A Kiev l'autunno anticipato del governo: cosa sta succedendo ai ministri ucraini?

In Ucraina via al rimpasto del governo con il presidente Zelensky che annuncia un cambio al vertice che coinvolgerà almeno il 50% degli attuali ministri. Una mossa che punta a ridisegnare la strategia in vista dei prossimi mesi che si annunciano molto duri (Sky Tg24 )

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La prima parola significa «ricomposizione, reset» è la stessa che si usa quando si riavvia il telefono o il computer, oppure quando si vuole far ripartire qualcosa da zero. La seconda si riferisce al «potere» e dalla combinazione delle due si capisce chiaramente che l’apparato comunicativo di Volodymyr Zelensky ha scelto come concetto chiave non il «rimpasto di governo» ma il «nuovo inizio». (il manifesto)

«L’inverno si avvicina». La prospettiva è quella di convivere con i blackout, senza certezze nell’erogazione di luce e di riscaldamento, mentre la mobilitazione obbliga una parte crescente della popolazione maschile a partire per il fronte e gli attacchi russi contro le città aumentano. (la Repubblica)

Si vota proprio oggi presso il parlamento di Kiev per le dimissioni del ministro degli Esteri Kuleba. (Fanpage.it)

Le sue dimissioni sono state approvate dal Parlamento e il sostituto già nominato. Il maxi rimpasto voluto dal presidente Zelensky per «dare energia nuova» al governo in questa fase cruciale della guerra procede spedita con pochi mugugni. (Corriere della Sera)

Un’esibizione di potere, più che una dimostrazione di debolezza, quella del leader ucraino che esattamente come un anno fa alla vigilia del viaggio all’Onu per l’Assemblea generale al Palazzo di Vetro, ha deciso di rimescolare tutte le carte, rimpastare l’esecutivo e presentarsi con quelle che adesso definisce, fornendo una spiegazione quasi emotiva, «forze fresche, energie nuove, in vista di un inverno che sarà davvero molto pesante. (ilmessaggero.it)

C’è chi lo ricorda sul mega-schermo di “Che tempo che fa”, ospite di Fabio Fazio dai bunker di Kiev in maglietta come Zelensky. Erano i primi mesi del conflitto, c’era la tragedia di Mariupol col suo teatro e ospedale martellati dalle bombe, la cittadina in cui si asserragliò nelle acciaierie il reggimento Azov, cercando di frenare l’avanzata dei russi alla conquista di tutta la costa del Mar Nero. (ilmessaggero.it)