Eurovision 2024, Israele la più votata: la Rai diffonde per errore i numeri del televoto

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la Repubblica ESTERI

Durante la trasmissione in diretta della seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest 2024 la Rai ha erroneamente diffuso in video le percentuali del televoto. Si è così appreso che al termine della votazione Eden Golan per Israele era al primo posto con il 39 per cento dei voti, mentre al secondo posto, a molta distanza, si sono classificati i Paesi Bassi con il 7 per cento dei voti. Pare che i risultati diffusi siano relativi al solo voto italiano, anche se questo punto non è chiaro. (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il video è stato riportato su diversi social e si è diffuso rapidamente sul web, commentato da molti telespettatori. Dalle percentuali apparse sullo schermo, si è visto che al termine della votazione la concorrente israeliana Eden Golan si trovava al primo posto della classifica italiana con il 39,31% dei voti. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Se da ieri non si fa altro che parlare dell'altissima percentuale di voti (italiani) ricevuti da Israele all'Eurovision Song Contest 2024 è per colpa di un errore del tutto inaspettato da parte della Rai. (DiLei)

Ecco le parole condivise anche su IG da Angelina, ad accompagnare la sua performance: «Ciao a tutti, sono qui perché ci tenevo a poter dire il mio pensiero, a modo mio e con le mie parole. (Rolling Stone Italia)

Il prossimo 11 maggio 2024, Angelina Mango rappresenterà l'Italia in gara durante finale dell'Eurovision Song Contest con La Noia, brano che ha già trionfato al Festival di Sanremo. (leggo.it)

L'artista Angelina Mango stupisce tutti all'Eurovision Song improvvisando 'Imagine' di John Lennon davanti ai cronisti in sala stampa. (ilmessaggero.it)

L’utopia dell’Eurovision Song Contest ancora una volta si scontra con la realtà. Impossibile ragionare a compartimenti stagni, lo slogan «United by Music» è destinato a rimanere sulla carta per un evento che da sempre si professa come apolitico («non è una competizione tra governi»), ma che deve fare i conti con quello che succede nel mondo. (Corriere della Sera)