Beko annuncia tagli, 1.935 lavoratori a rischio
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La multinazionale Beko ha annunciato un piano di chiusura che coinvolge gli stabilimenti di Siena e Comunanza (Ascoli Piceno), nonché la linea del freddo a Cassinetta (Varese) e il centro di ricerca e sviluppo di Fabriano. Nonostante i tentativi del sottosegretario con delega alle crisi industriali, Fausta Bergamotto, di far tornare la multinazionale sui suoi passi, il piano presentato dai vertici di Beko Europe è stato definito inaccettabile. La crisi del mercato degli elettrodomestici, con un crollo delle vendite dei frigoriferi, ha portato l'azienda a prendere questa decisione drastica, che comporterà il licenziamento di 1.935 lavoratori.
Il tavolo di confronto tenutosi a Roma tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy, Beko e i sindacati, non ha fatto altro che confermare i timori già espressi. La nuova proprietà, subentrata in primavera a Whirlpool, ha illustrato tagli significativi, che hanno suscitato forti reazioni. Ferdinando Uliano, Segretario Generale della FIM-CISL, e Massimiliano Nobis, Segretario nazionale della stessa organizzazione, hanno definito il piano di chiusura come una "distruzione industriale inaccettabile".
La decisione di chiudere gli stabilimenti dal 31 dicembre 2025 è stata accolta con sgomento, soprattutto nelle Marche, dove il sito di Comunanza era già considerato a rischio. Tuttavia, nessuno si aspettava un piano di tale portata, che rappresenta un duro colpo per un'area già in forte sofferenza. Il governo e la regione hanno dichiarato il piano industriale inaccettabile e irricevibile, promettendo di tutelare l'occupazione attraverso il Golden power.
La situazione di crisi del mercato degli elettrodomestici, aggravata dalla chiusura di fabbriche in Polonia e Gran Bretagna, ha portato Beko a prendere questa decisione drastica.