Zuckerberg e la resa definitiva a Trump (e Musk): cosa c'è dietro la fine del fact-checking negli Usa e cosa succederà in Europa
Ironia della sorte: la prima notizia etichettata come potenzialmente falsa da Facebook, nel 2017, riguardava Donald Trump (e una fantomatica fuga di notizie causata dal suo smartphone). Ieri, alla vigilia del secondo mandato del tycoon alla Casa Bianca e nel tentativo ormai esplicito di riposizionarsi al fianco del neopresidente, Mark Zuckerberg ha annunciato una serie di modifiche alle politiche di moderazione dei contenuti sulle sue piattaforme. (Corriere della Sera)
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Allo stesso tempo se l'Europa vuole proteggere il suo modello di democrazia dovrebbe "applicare le norme esistenti", norme che Meta ed X "potrebbero star già violando". E' quanto sottolinea in un'intervista all'Adnkronos, Fabiana Di Porto, docente di Innovation Law and Regulation alla Luiss. (Adnkronos)
Grazie al lavoro incessante e meticoloso dei Carabinieri della Stazione di Marina di Gioiosa Ionica, coordinati dalla Procura della Repubblica di Locri diretta dal dott. Giuseppe Casciaro, un uomo di 60 anni, residente nella zona, è stato arrestato ed il suo fermo convalidato dalla Procura di Locri. (Corriere di Lamezia)
Il fact-checking è stato un fallimento, ma nessuno vuole dirloNegli ultimi giorni, l’annuncio di Meta di abbandonare il fact-checking per un sistema basato sulle «Community Notes» ha fatto discutere. È una mossa che molti vedono come rivoluzionaria, ma che in realtà nasconde un’ammissione implicita: il fact-checking non funziona. (Corriere della Sera)
"La libertà di espressione è al centro del Digital Services Act (Dsa), che stabilisce le regole per gli intermediari online per contrastare i contenuti illegali, salvaguardando la libertà di espressione e d'informazione online: nessuna disposizione del Dsa obbliga gli intermediari online a rimuovere i contenuti leciti". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Non c'è solo lo spostamento verso la destra di Trump dietro la scelta di Mark Zuckerberg di abbandonare la moderazione tradizionale su Meta. E' la "stakeholder economy", bellezza (Agenda Digitale)
L’ultima mossa di Meta, ovvero l’ingresso di John Elkann (esponente di punta della finanza europea) e Dana White (presidente UFC ed emblema dell’imprenditoria americana “senza troppi fronzoli”) nel consiglio di amministrazione, sembra suggerire qualcosa di molto più profondo di un semplice rimpasto aziendale. (StartupItalia)