Stretta anti-pezzotto: multe e carcere per chi non denuncia la pirateria dei contenuti tv

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Il Sole 24 ORE INTERNO

È finito anche nella Treccani. Il vocabolario della lingua italiana registra ora come neologismo la parola, di origini napoletane, che indica un particolare decoder utilizzato per accedere illegalmente ai contenuti dei canali tv italiani ed esteri a pagamento. Diminutivo di “pezzo” nato nel dialetto napoletano, passato a indicare la zeppa usata in falegnameria e la toppa in sartoria, per poi diventare un sinonimo di oggetto contraffatto. (Il Sole 24 ORE)

Ne parlano anche altri media

Luigi De Siervo, amministratore delegato della Serie A, ha parlato a margine dell'evento ‘Ricette di innovazione’ all’Università Milano-Bicocca toccando numerosi argomenti d'attualità per il calcio italiano. (ForzaRoma.info)

Ecco quanto dichiarato: "In questo provvedimento sono stati affrontati alcuni temi fondamentali che rappresentano sicuramente delle novità. "Abbiamo lavorato per risolvere tutti i problemi", le parole di Lotito (CalcioNapoli1926.it)

Nel provvedimento una stretta sulla pirateria tv, nello specifico sulle responsabilità di telco e provider che rischiano anche il carcere in quanto ritenuti penalmente responsabili. Via libera del Senato al decreto Omnibus su cui il governo aveva posto la fiducia. (CorCom)

Il Governo italiano prova a stringere attorno al cosiddetto 'pezzotto' e in generale sugli streaming illegali di contenuti audiovisivi in Italia, andando ad affrontare su tutti sopratuttto il problema relativo al mondo del calcio, che da tempo si lamenta della pirateria. (Tutto Juve)

DE SIERVO PIRATERIA- De Siervo, amministratore delegato della Serie A, ha voluto parlare, ai microfoni di RaiRadio, del grande problema della pirateria. Oltre a questa è intervenuto anche commentando lo stato dei lavori per quanto riguarda la sicurezza negli stadi, a partire dal riconoscimento facciale ai tornelli. (RomaNews)

Tentativo lodevole considerate le perdite inflitte a chi ha acquistato regolarmente i diritti, ma questa volta la maggioranza con un emendamento al dl Omnibus ha un po' «esagerato» nel senso che la pena si estende a tutti o quasi i fornitori di servizi Internet. (il Giornale)