Iran e Siria, un equilibrio precario

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ESTERI

La caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria ha scatenato una serie di reazioni e preoccupazioni nella regione, in particolare a Teheran. L'Iran, storico alleato della Siria, si trova ora a dover affrontare una situazione complessa e delicata. La guida suprema dell'Iran, Ayatollah Ali Khamenei, ha attribuito la responsabilità degli eventi a un piano congiunto tra Stati Uniti e Israele, accusando anche un governo vicino alla Siria di aver giocato un ruolo significativo nella caduta del regime.

La fine del dominio di Assad ha portato a una serie di dichiarazioni da parte dei funzionari iraniani, che hanno cercato di minimizzare l'accaduto e di salvare la faccia. Tra le affermazioni più ricorrenti, si è sentito dire che l'Iran era consapevole di quanto stava accadendo, che l'esercito siriano ha tradito e che Assad non ha chiesto aiuto. Tuttavia, queste dichiarazioni non riescono a nascondere il fatto che l'Iran ha subito una sconfitta significativa in Siria.

In questo contesto, emerge una questione di grande rilevanza: cosa accadrebbe se l'Iran riuscisse a dotarsi di una bomba atomica? Questa possibilità, sebbene poco discussa, rappresenta una minaccia concreta per la stabilità della regione. Le manifestazioni in nome della pace e il dibattito pubblico sui futuri assetti del Medio Oriente tendono a ignorare questa eventualità, concentrandosi invece su altri aspetti del conflitto.

Nel frattempo, l'Iran continua a essere segnato da conflitti interni e da un cieco fondamentalismo che sembra ignorare la realtà circostante.