Israele e l'ipocrisia di un solco tra terrorismo e politica in Libano

Reuters «Israele non ha scelta e ha tutto il diritto di colpire il Libano», ha tuonato venerdì Benjamin Netanyahu dal podio dell’Assemblea generale dell’Onu. Meno di un’ora dopo, un’ottantina di bombe ha sbriciolato il quartier generale di Hezbollah a Beirut. Lo sceicco Hassan Nasrallah, che si trovava all’interno dell’edificio, è stato ucciso. Il “tempismo” dell’operazione – la più imponente realizzata da Israele in undici mesi di conflitto – può essere casuale. (Avvenire)

La notizia riportata su altri media

A partire dalle spaventose atrocità perpetrate lo scorso 7 ottobre dall’organizzazione terroristica nazi-islamista Hamas, sembra che tutti i criteri di decenza e razionalità, insieme agli standard comunemente accettati di bene e male, siano stati stravolti. (israele.net)

Twitter WhatsApp Facebook LinkedIn Email Print di Eliana Riva – (Pagine Esteri)

Sul piano umanitario non possono esserci dubbi, è una tragedia immane, tale da superare per il numero di vittime molte altre guerre che insanguinarono il Medio Oriente. In quanto ai bilanci militari, e politici, questi invece cambiano continuamente. (Corriere della Sera)

(di Nicola Cristadoro ) (Difesa Online)

Nel 2006 i militanti e l’esercito di Israele l’avevano occupata a turn… GERUSALEMME – C’è una “casa matta” ad Ait al Chaab: sulla facciata, le finestre danno sulle colline di fronte e dunque su Israele, tanto vicino che a tratti si vedono i suoi soldati muoversi. (la Repubblica)

Nemmeno uno scrittore raffinato come Amin Maalouf sa spiegarsi la metamorfosi tragica del suo Paese. «Alla fine della Guerra Fredda – spiega lo scrittore franco libanese in una intervista a Repubblica – siamo passati da un mondo diviso per linee ideologiche a un mondo diviso per linee identitarie». (Corriere del Ticino)