L'Ocse vede una minaccia alla crescita nei dazi imposti da Trump

L'analisi stima al ribasso l'economia globale, al 3,1% nel 2025 e al 3% nel 2026 L’Ocse vede una minaccia nei dazi imposti da Donald Trump. E in un’analisi stima al ribasso la crescita globale, al 3,1% nel 2025 e al 3% nel 2026. Secondo l’Ocse la guerra commerciale, nonostante sia solo alle sue battute iniziali, getta già forti ombre sui futuri sviluppi dell’economia internazionale. I dazi imposti dall’amministrazione Trump, insieme alle contromisure da parte dei Paesi colpiti, sono infatti “una forte minaccia alla crescita dei prossimi anni: in uno scenario in cui un aumento della frammentazione economica colpirebbe duramente tutto il mondo, con effetti severi come un nuovo rialzo dell’inflazione“. (LAPRESSE)

Ne parlano anche altri giornali

Gli effetti delle barriere commerciali e dell’inflazione (Spazio50)

I dati più recenti in arrivo dall'economia… E paradossalmente ad avvertito questo primo sintomo sulla propria pelle, all'alba di uno scontro economico tra le due sponde dell'Atlantico, sono proprio gli Stati Uniti, il Paese che ha lanciato una guerra commerciale globale sotto la guida di Donald Trump (L'HuffPost)

Eppure Donald Trump tira dritto: «Nessuna intenzione» di fare marcia indietro sui dazi su acciaio e alluminio, ha detto in volo dall'Air Force One: linea dura verso tutti, alleati e non. Brutto affare i dazi americani per la crescita globale, per le pressioni sull’inflazione e quindi anche per la rotta delle Banche centrali. (ilmessaggero.it)

La crescita mondiale c'è ancora, ma i dazi e la geopolitica pesano

Oltre a mettere a rischio una relazione, quella tra le due sponde dell’Atlantico, che secondo l‘American Chamber of Commerce to the European Union vale 9.500 miliardi di dollari in scambi e investimenti bilaterali. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Secondo l’ente parigino il piano di riarmo di Ursula costringerà i Paesi indebitati a scelte dure sulla spesa (LA NOTIZIA)

L’OCSE sottolinea anche il fatto che dazi e contrasti commerciali, se duraturi, potrebbero portare a un ribasso dell’inflazione minore rispetto a quanto previsto in precedenza. I membri del G20, il principale aggregato mondiale, hanno avuto una media di inflazione del 5,3% nel 2024 e dovrebbero registrare un 3,8% nel 2025 e un 3,2% nel 2026. (Corriere del Ticino)