Deutsche Bank valuta Commerz: Morgan Stanley le fa da advisor

MILANO — Anche Deutsche Bank, secondo fonti finanziarie, valuterebbe di arruolare un advisor del peso di Morgan Stanley, per avere consigli e strategie sul dossier Commerzbank. La banca che dall’estate è nel mirino di Unicredit, e che nel tentativo di restare autonoma - o almeno vender più cara la pelle - a settembre aveva ingaggiato Ubs e Goldman Sachs come per la difesa. Deutsche Bank ha dato un “no comment” all’indiscrezione. (la Repubblica)

Su altre fonti

L’impegno di Andrea Orcel per conquistare Commerzbank – operazione che ha già richiesto un impegno di circa 3,5 miliardi per il 21% del capitale – distoglierà giocoforza l’istituto di piazza Gae Aulenti dal fare operazioni in Italia. (Finanzaonline)

Bettina Orlopp fa muro contro la scalata di UniCredit a Commerzbank. La neo-amministratrice delegata della seconda banca di Germania ha scelto le colonne del quotidiano finanziario Handelsblatt per elencare, nella sua prima intervista, tutte le ragioni che, a suo parere, sconsigliano di procedere a un’aggregazione fra la banca italiana e quella tedesca. (Corriere della Sera)

Oggi come allora il patrimonio di Deutsche Bank non sarebbe sufficiente per sostenere un’integrazione. Intanto Unicredit rilancia sul mercato greco (Milano Finanza)

Perché Commerzbank sbaglia a fare resistenza all’avanzata di Unicredit

Unicredit e Commerzbank, alla fine, arriveranno al matrimonio? E, soprattutto, con quale schema possono arrivarci? Come per tutte le grandi fusioni bancarie, una volta acquisita la convenienza industriale e stabilito il prezzo necessario a soddisfare gli azionisti, la partita si gioca essenzialmente su tre fronti: la governance, la sorte dei dipendenti, la sede della nuova banca che nasce dall'integrazione. (Adnkronos)

Al fine di proteggere l’indipendenza della seconda banca privata tedesca, sottolinea Bufacchi, le argomentazioni hanno rinvigorito il braccio di ferro tra rating A e rating B, riesumato lo spettro del bail-out e dei salvataggi bancari a spese dei contribuenti, strumentalizzato l’assenza della garanzia unica europea sui depositi e del backstop Mes, riportando le lancette dell’orologio indietro ai tempi della Crisi Finanziaria del 2008-2012. (SoldiOnline.it)

La questione del Mes e dell'esposizione ai titoli pubblici italiani si fa sempre più centrale nel dibattito (Milano Finanza)