Europee, smacco per la Chiesa tedesca: Afd secondo partito nonostante l'anatema a non votare l'estrema destra

Se in politica la Chiesa italiana è da tempo giudicata piuttosto marginale, in Germania l'andamento è praticamente simile, almeno a giudicare l'esito delle votazioni europee segnate dal sorprendente balzo dell'Apf nonostante i martellanti e ripetuti appelli in campagna elettorale dei vescovi che si sono battuti in prima persona per evitare il rafforzamento del partito di estrema destra. L'episcopato aveva stabilito persino una incompatibilità tra le persone che lavoravano per le parrocchie e la diocesi e il partito xenofobo e antisemita. (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altre testate

Il valzer viennese delle europee 2024 è iniziato con un passo a destra. Perde voti il partito del cancelliere Nehammer (il Giornale)

Olaf Scholz ci aveva messo la faccia: c'è il suo volto sui manifesti elettorali in Germania. Con il voto del 9 giugno, anche i tedeschi si sono spostati più a destra. (L'HuffPost)

– L’estrema destra dell’Fpoe (gruppo Identità e Democrazia) sarebbe in testa nei risultati delle elezioni europee in Austria, secondo stime diffuse poco fa dal Parlamento Europeo, basate su exit poll e altri dati non ufficiali pubblicati negli Stati membri. (Il Faro online)

L’Austria vede nero, Fpoe in testa: «La prossima tappa è la cancelleria»

Rassemblement national in testa, decisamente indietro macroniani e socialisti vicinissimi tra loro. Avrebbe preso più del doppio dei voti della Renaissance, guidata da Valérie Hayer, che è accreditata con il 15,2% (15,2%). (TERRANOSTRA | NEWS)

Il Partito della Libertà austriaco, secondo gli exit poll, otterrebbe quindi il 27% (17,2% nel 2019) davanti all'Ovp, il Partito Popolare austriaco di orientamento democristiano e conservatore, che si attesterebbe al 23,5% (34,6% nel 2019). (ilmessaggero.it)

I dati sono quasi definitivi, manca ancora parte del voto per posta che è solo stimato. «Non è una sorpresa, ma se si vede il risultato sulla carta o sul display ti viene lo stesso il vomito», scrive Armin Thurnherr, direttore del settimanale viennese Falter. (il manifesto)