Meloni e le dinamiche della maggioranza. La premier in Europa ora si sente più forte (ma i partner saranno un ostacolo)

Nello staff della premier dicono sostanzialmente tre cose. La prima: ora conteremo più nelle trattative europee. La seconda: nel futuro Parlamento di Strasburgo Ecr, il gruppo dei conservatori e riformisti europei, avrà più voce in capitolo e più posti chiave, a cominciare da due possibili vicepresidenze. La terza: restiamo la destra presentabile, realmente conservatrice, non nostalgica, della Ue. Certo, ammettono subito dopo, con il neo del Pis polacco, ma su questo punto il bicchiere si può vedere anche mezzo pieno. (Corriere della Sera)

Su altre testate

La scommessa è che l’establishment sia costretto a dialogare per varare la Commissione. Il voto di FdI potrebbe essere decisivo: un elemento di forza per avere un portafoglio di peso Giovanni Orsina (La Stampa)

Ansa (Avvenire)

È quanto emerso dal primo giro (ufficiale) di trattative con i gruppi parlamentari compiuto da Ursula von der Leyen, alla ricerca della fiducia dell'Eurocamera dopo aver ottenuto il via libera degli Stati membri al bis a capo del Berlaymont, la sede della Commissione a Bruxelles. (EuropaToday)

Il colloquio. Meloni, la portabandiera dell'eurorealismo: a lezione con Lorenzo Castellani

La nuova Ue lo ha fatto capire: sì a Roma ma no secco a Via della Scrofa, perciò la premier ha usato una tattica "collaudata" dall'ex europarlamentare ed efficace ancora oggi (AlessioPorcu.it)

È bella la sensazione, per quanto illusoria, di ringiovanire con la cronaca, specialmente quella politica, che è alquanto accidentata. (Il Dubbio)

Fra gli Qualche ora dopo l’esclusione dell’Italia dal vertice sui top job europei – un problema «di metodo e di merito» per Giorgia Meloni – ecco giungermi un messaggio sullo smartphone: «Una forzatura insensata... (Secolo d'Italia)