Libano, il ministro degli Esteri di Beirut: «Buoni segnali per l'accordo, per noi importante la presenza di Parigi nel comitato di controllo»
Da Beirut, all'Hotel Rome Cavalieri, dove è in corso il MED, forum organizzato dall'Istituto per gli studi di politica internazionale e Farnesina (Ispi), passando per il G7 a Fiuggi, le voci di un accordo per il cessate il fuoco tra Israele e il Libano rimbalzano sempre più veloci. Non importa che nelle ultime ore gli attacchi sia dell'Idf che di Hezbollah siano aumentati. «È l'ora più buia quella che precede l'alba», ripetono tutti. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri media
Sul tavolo dei ministri di Italia, Francia, Germ… (L'HuffPost)
“Non sappiamo quanto durerà, potrebbe essere un mese, o un anno”, poi precisa. Lo ha dichiarato una fonte del governo israeliano al Times of Israel, sottolineando che la libertà di azione di Israele in Libano sarà garantita da una lettera firmata con gli Stati Uniti. (Sky Tg24 )
Poche ore per decidere o per sabotare il piano che dovrebbe fermare almeno la guerra in Libano e offrire uno spiraglio all’intero Medio Oriente. «Speriamo non ci siano passi indietro», ha commentato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, esprimendo la diffusa preoccupazione internazionale per qualche trappola notturna prima del voto di martedì, quando il Gabinetto di guerra israeliano dovrà esprimersi. (Avvenire)
Nuovi venti di guerra in direzione Taiwan. A meno di due mesi dal cambio di amministrazione a Washington, gli apparati militari Usa in Giappone decidono il dispiegamento di unità missilistiche nelle isole Nansei, nel sud ovest dell’arcipelago e nelle Filippine, per far fronte ad una possibile contingenza con la Cina nello stretto di Formosa. (Il Sole 24 ORE)
Fonti citate dalla testata aggiungono che "tutte le questioni relative alla parte libanese sono state risolte, mentre ci sono ancora delle questioni aperte da parte israeliana" nonostante "l'approvazione iniziale" data da Benjamin Netanyahu a Biden. (il Giornale)
Un confronto in cui l’Iran, per bocca dell’inviato speciale di fatto, ha dovuto spiegare all’organizzazione terroristica sciita libanese che non c’era più alcuna possibilità di continuare una guerra persa. (ilmessaggero.it)