Golden Globe, “Vermiglio” non ce la fa. Il riscatto di Demi Moore: miglior attrice a 62 anni
A Hollywood prove di Oscar, con l’assegnazione dei prestigiosi Golden Globe. “Emilia Perez” e “The Brutalist” sono stati premiati come i migliori film del 2024 nelle rispettive categorie, musical/commedia e film drammatico. Il film di Jacques Audiard – recitato in spagnolo e candidato ufficiale dalla Francia – ha vinto anche per il miglior film in lingua non inglese, spiazzando “Vermiglio” di Maura Delpero che l'Italia ha scelto per essere rappresentata agli Oscar. (L'Unione Sarda.it)
Ne parlano anche altre testate
Nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 gennaio, il The Beverly Hilton Hotel di Los Angeles ha ospitato uno degli eventi più attesi dell'anno: i Golden Globes 2025. Da Angelina Jolie a Zendaya, scopriamo insieme le pagelle dei look. (ilmattino.it)
Ogni anno le tendenze stato diverse, dal movimento all-black del 2018 a sostegno del #MeToo, dai colori e motivi audaci del 2021 fino all'elogio del sartoriale. E c'è grande attesa per l'evento di questo 2025, previsto il 5 gennaio (notte in Italia). (Corriere della Sera)
I premi preferiti dagli americani – seri ma non troppo – i Golden Globe, sono tornati la scorsa notte, offrendo a Hollywood l’opportunità di, come ha detto la conduttrice Nikki Glaser, «celebrare il meglio del cinema e fare spazio alla televisione». (Rolling Stone Italia)
Con i Golden Globe si è aperta la stagione dei premi cinematografici, un'edizione l'82ma, senza troppe sorprese ma di grande impatto. Vincitori assoluti: "The Brutalist" e "Emilia Pérez". (il Giornale)
I Golden Globe 2025 incoronano Emilia Perez e The Brutalist. Mentre per gli italiani (Vermiglio e Luca Guadagnino) giusto una briciola. Il film di Jacques Audiard e quello di Brady Corbet si dividono quasi alla pari il palmares dell’ottantaduesima edizione dei Globe. (Il Fatto Quotidiano)
È stata un'edizione dei Golden Globe sotto il segno del grande cinema d'autore: quello di matrice europea, con il trionfo del musical Emilia Pérez, ambientato in Messico ma diretto da un veterano della scena francese quale Jacques Audiard; e quello statunitense di The Brutalist, il dramma di Brady Corbet che idealmente guarda al modello di Orson Welles, ma che recupera pure una molteplicità di influenze del cinema contemporaneo, da Michael Haneke a Paul Thomas Anderson. (Movieplayer)