Cop29: l'Italia con Pichetto Fratin in cerca di una soluzione ecumenica al tavolo del braccio di ferro climatico
È una partita a scacchi quella che si sta giocando a Baku, dove la 29ª Conferenza delle Parti (COP29) si avvia al suo cruciale rush finale. I negoziati, entrati nella loro fase più delicata, vedono i principali attori internazionali muovere le pedine su una scacchiera di interessi divergenti, con al centro la questione della finanza climatica. Sul tavolo, la seconda bozza diffusa in tarda mattinata, che chiama tutti gli attori a lavorare insieme per mobilitare – «da tutte le fonti pubbliche e private» – almeno 1.300 miliardi di dollari l’anno entro il 2035, con i Paesi sviluppati che dovrebbero contribuire con 250 miliardi su base annua. (Secolo d'Italia)
Ne parlano anche altri giornali
Pubblicati i nuovi testi alla Cop29 di Baku. C’è la cifra di 1.300 miliardi di dollari, ma con un linguaggio molto vago e quindi debole. (LifeGate)
Un mini-accordo oggi sembra possibile, seppure non ancora scontato, sul nuovo fondo di aiuti climatici ai paesi in via di sviluppo rispetto alla dote precedente (che ammontava a 100 miliardi di dollari l'anno partendo nel 2025 ), con i Paesi industrializzati nel ruolo di leader nella mobilitazione. (ilmessaggero.it)
La chiusura prevista per ieri è stata spostata a questa mattina, per provare a colmare le distanze tra le parti ed evitare il collasso del vertice. In bilico, durante i negoziati, la Cover decision, la consueta decisione quadro di natura politica, che fa da ombrello alle intese sull’implementazione dell’Accordo di Parigi. (Il Sole 24 ORE)
E’ l’inizio dell’articolo di Andrea Barolini, direttore di Valori. ROMA – Come facilmente immaginabile, visto l’andamento dei primi dieci giorni di negoziati alla ventinovesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop29), dall’analisi delle bozze dei documenti principali pubblicate nella notte tra mercoledì e giovedì emerge ancora chiaramente il disaccordo tra i governi. (la Repubblica)
I negoziati notturni hanno avuto per oggetto l… (la Repubblica)
«Se li mettiamo sul mercato è perché il mercato ne ha bisogno».Nel frattempo, il 47° presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha preparato le carte per far uscire la “sua” America dall’Accordo di Parigi, cioè dalla più impegnativa strategia di contrasto al surriscaldamento. (Corriere della Sera)