Google dovrà vendere Chrome per mettere fine al monopolio sulle ricerche online
Sarà la fine delle ricerche online come le conosciamo? Non si può ancora sapere con sicurezza. L'unica certezza arriva dalle 23 pagine che il Dipartimento di Giustizia americano ha presentato mercoledì 20 gennaio, dopo le numerose anticipazioni: il monopolio di Google sulle ricerche web deve essere smantellato. Per questo motivo, l'azienda di Mountain View potrebbe dover vendere il suo browser Chrome (Corriere della Sera)
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Quella sentenza aveva in particolare ritenuto illecito il monopolio sui motori di ricerca mantenuto dal gigante di Mountain View. Google indirizza sul proprio search engine le richieste inserite su Chrome, il browser pre installato sui dispositivi Android, oltre che pagare decine di miliardi di dollari all’anno ad Apple ed altri produttori per convogliare su Google search anche le richieste sottoposte su browser come Safari e Firefox. (il manifesto)
Google ha protestato contro questa decisione parlando di un'"agenda radicale" del governo americano, ma lo stesso tribunale federale ha condannato l'azienda per abuso di posizione dominante nel settore dei motori di ricerca, definendola un "bullo tecnologico". (QuiFinanza)
In un atto depositato in tribunale, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha sollecitato una revisione delle attività di Google che includa il divieto di accordi che rendano Chrome il motore di ricerca predefinito sugli smartphone e per impedirgli di sfruttare il suo sistema operativo mobile Android. (Il Fatto Quotidiano)
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti impone la vendita del browser alla società di Mountain View. È uno dei 23 rimedi con cui il colosso dovrà ripianare al «monopolio illegale» di cui è stato protagonista seconda i giudici. (Lettera43)
Gli effetti sulla valutazione: Manteniamo la nostra stima del fair value a USD220 per Alphabet, che continua a essere sostanzialmente sottovalutato. (Morningstar)
In un documento di 23 pagine il Dipartimento di giustizia avvia la richiesta ufficiale dei regolatori. Stop anche ad accordi con i produttori di smartphone per imporre di default l’utilizzo del browser (CorCom)