Eni e Snam, parte da Ravenna la caccia all’anidride carbonica. Sarà stoccata sotto l’Adriatico

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la Repubblica ECONOMIA

MILANO — Eni e Snam avviano il primo progetto di cattura e stoccaggio di anidride carbonica (Ccs) in Italia. Lo fanno in fase sperimentale nel giacimento esausto di metano di Ravenna, e utilizzando i tubi riconvertiti della società dei metanodotti un tempo integrata nell’Eni. Tutto fatto in casa: ma la carbon capture and storage è fra le tecnologie «più efficienti ed efficaci», nonché l’unica d… (la Repubblica)

Ne parlano anche altri giornali

Secondo quanto riporta Celestina Dominelli per il Sole24Ore, Eni e Snam hanno dato il via al piano per lo stoccaggio di CO2 con un investimento stimato pari a 1,5 miliardi di euro, con l'obiettivo di dar vita al polo italiano per la decarbonizzazione dell’industria energivora. (SoldiOnline.it)

Al contrario da quanto previsto dalle proiezioni del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) – le quali prevedono la capacità di sequestro mondiale tra 1 e 30 gigatonnellate di anidride carbonica all’anno – le tecnologie attualmente in uso, la disponibilità di siti per lo stoccaggio e gli impegni presi dai governi per contrastare il fenomeno potrebbero rimuovere al massimo 16 gigatonnellate di CO2 all’anno, anche se «realisticamente» il limite sarà di 5 o 6 gigatonnellate. (L'INDIPENDENTE)

Quasi 200 miliardi di dollari da impegnare nei prossimi 10 anni, 164 progetti in pista. (Milano Finanza)

Il termine tecnico inglese è Ccs, acronimo di Carbon Capture and Storage e, in soldoni, si tratta di un business nato con la transizione energetica che consiste nel depurare il gas appena estratto prima di metterlo in rete immagazzinando, in parallelo, la Co2 che non finisce così nell'atmosfera. (il Giornale)

Ultim'ora news 5 settembre ore 12 (Milano Finanza)

Il progetto prevede di captare almeno il 90% della CO2 prodotta dall’impianto – stimata in circa 25.000 tonnellate l’anno – e trasportarla fino alla piattaforma offshore Porto Corsini Mare Ovest, per poi depositarla in un giacimento di gas esaurito a 3.000 metri di profondità. (L'INDIPENDENTE)