Stipendio dei ministri, stop di Crosetto all’inferno di polemiche: abbiamo chiesto di ritirarlo
La seduta della commissione Bilancio della Camera, con le discussioni e le votazioni degli emendamenti, si protrae tra interruzioni e riprese fino a notte fonda: lo scontro frontale però non ha pause o sospensioni di sorta. L'opposizione, del resto, ha scientemente deciso di scatenare l'inferno in vista dell'approdo in (Secolo d'Italia)
La notizia riportata su altre testate
L'ipotesi sul ritiro per l'emendamento relativo all'aumento degli stipendi dei ministri non parlamentari si era fatta più concreta già ieri sera. È quanto prevede la riformulazione dell'emendamento dei relatori che invece introduce, per i non residenti a Roma, un «diritto al rimborso delle spese di trasferta per l'espletamento delle proprie funzioni». (LaC news24)
Non lo è stato il populismo giudiziario che caratterizzò la cruenta stagione di Mani pulite, e non lo è stato neppure il populismo di stampo grillino dilagante in quest’ultimo decennio. Al contrario, l’esperienza secondorepubblicana dovrebbe averci insegnato a stare alla larga da chi fa dell’antipolitica militante la soluzione per risolvere i tanti problemi che affliggono il Paese e per porre rimedio alle tante mancanze che oggigiorno caratterizzano l’azione politica della nostra classe dirigente. (Nicola Porro)
È un’idea nata e confezionata male. «Un mezzo pasticcio» ammettono da Palazzo Chigi, pochi minuti dopo che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato che l’emendamento della discordia, quello che equipara ministri e sottosegretari non eletti ai parlamentari, riconoscendo i rimborsi spese, sarà ritirato. (La Stampa)
Meloni contro il M5s: "Nessuna lezione da chi ha speso soldi pubblici per pagare 300mila euro a Grillo" (La Stampa)
– E’ proseguito a oltranza, per tutta la notte, L’esame della Commissione bilancio della Camera sulla manovra. I lavori sono tuttora in corso.Fino ad ora sono stati votati gli emendamenti dei parlamentari, in molti casi frutto di riformulazioni. (Agenzia askanews)
O meglio, la norma è stata riformulata prevedendo che i ministri non residenti a Roma abbiano diritto a un rimborso per le spese di trasferta per l'espletamento delle proprie funzioni. (il Giornale)