Omicidio Vassallo, il figlio Antonio: ''Fa male vedere in carcere chi ti dovrebbe difendere'

Attiva la lettura vocale 'È una realtà che non riguarda solo noi, figli e familiari, ma deve far male a tutto il Paese. Sapere che le persone che ti devono difendere sono i presunti... Leggi tutta la notizia (Virgilio)

La notizia riportata su altre testate

L’omicidio di Angelo non poteva essere, non è stato, solo un evento locale, perché l’uccisione di un sindaco, peraltro già molto conosciuto e apprezzato, muove da ragioni profonde e viene deciso con coperture in alto, soprattutto se in complicità tra uomini dello stato e capi clan. (Il Fatto Quotidiano)

Ecco i titoli delle prime pagine dei giornali in edicola. Rassegna stampa a cura di Salernonotizie Ucciso per difendere la sua terra. Dopo 14 anni svolta nelle indagini sul delitto Vassallo: in cella il colonnello Cagnazzo, il carabiniere Cioffi, Ridosso e Cipriano. (Salernonotizie.it)

L'ufficiale dell'Arma, tra i quattro destinatari di misura cautelare in carcere per l'omicidio di Angelo Vassallo, avvenuto 14 anni fa nel Cilento, si trova da ieri ricoverato in un ospedale militare: si è sentito male quando i colleghi del Ros di Roma hanno bussato alla sua porta per condurlo presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. (StileTV)

Pollica, la «spiata» dei Casalesi: dalla droga al mattone, scontro Vassallo-Maurelli

Sono Fabio Cagnazzo, ufficiale dei carabinieri per molti anni in servizio a castello di Cisterna e poi comandante provinciale a Frosinone; Lazzaro Cioffi, all’epoca dell’omicidio anch’egli carabiniere, successivamente arrestato e condannato nell’ambito di una inchiesta sullo spaccio di stupefacenti nel Parco Verde di Caivano; Giuseppe Cipriano, titolare di una sala cinematografica a Scafati, in provincia di Salerno; Romolo Ridosso, che sarebbe vicino a un clan camorristico di Scafati. (il manifesto)

Il gip del tribunale di Salerno, nelle 400 pagine dell'ordinanza, scrive più volte che gli esecutori materiali del delitto, avvenuto la sera del 5 settembre 2010 mentre il sindaco tornava a casa, non sono stati ancora "chiaramente individuati", anche se è stato possibile ricostruire in modo "coerente e dettagliato" movente e organizzazione del delitto, oltre ai depistaggi successivi. (Tiscali Notizie)

«Vogliono portare la camorra nel Cilento». Un grido raccolto dal magistrato che delegò alle indagini i carabinieri della compagnia di Agropoli perché, come riferito nel corso degli interrogatori dal comandante Annicchiarico, «il sindaco non si fidava dei militari competenti per il suo territorio». (ilmattino.it)