Niente di buono sul fronte orientale (di M. Valensise)

È guerra aperta, inutile girarci intorno. A una settimana dalla uccisione a Beirut di Hassan Nasrallah e dei comandanti di Hezbollah con cui era riunito e a due giorni dalla rappresaglia iraniana con il lancio di circa duecento missili contro Israele, ora si attende con il fiato sospeso la risposta militare di Gerusalemme. Si specula su tempi e modi del prossimo passo, mentre l’offensiva di Tsahal in Libano va avanti e il martellamento sulle postazioni del Partito di Dio continua pesantissimo, non solo nella fascia meridionale tra il Litani e il confine. (L'HuffPost)

Ne parlano anche altre testate

– È un conflitto che rischia di incendiare ancor più il Medio Oriente – dopo Gaza e il Libano magari Siria, Yemen e soprattutto Iran – oppure di coinvolgere anche Paesi del resto del mondo, ben oltre gli Stati Uniti da sempre a fianco di Israele? “L’offensiva israeliana sul Libano meridionale e i successi che Israele ha ottenuto – osserva l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto Affari Internazionali – hanno modificato in maniera molto evidente il rapporto tra il governo israeliano e l’amministrazione Biden, che ora è schierata senza se e senza ma con Israele mentre fino a quale settimana fa Biden puntava ad avere la disponibilità di Israele al cessate il fuoco a Gaza, ma non aveva ottenuto nulla”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Medio Oriente, cosa faranno gli altri Paesi? Biden fedele a Israele, la Cina non s’immischia. Iran molto più solo