Sud Corea, Yoon difende la legge marziale: "Combatterò fino alla fine"
Ma ora anche il suo partito, al governo, si dice favorevole alla mozione di impeachment Rifiuta l’ipotesi di dimissioni anticipate il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, che in un discorso televisivo ha difeso il suo decreto che, lo scorso 3 dicembre, ha stabilito la legge marziale nel Paese, poi ritirata poche ore dopo in seguito a un voto del parlamento. “Combatterò fino alla fine per impedire che le forze e i gruppi criminali che sono stati responsabili della paralisi del governo del Paese e dello sconvolgimento dell’ordine costituzionale della nazione minaccino il futuro della Repubblica di Corea”, ha detto Yoon. (LAPRESSE)
La notizia riportata su altri giornali
Corea del Sud, il Parlamento di Seul vota sull'impeachment di Yoon: il partito di governo lascia l'aula «Mi scuso di nuovo con le persone che devono essere state sorprese e ansiose a causa della legge marziale (LaC news24)
Corea del Sud, Yoon: "La legge marziale è un atto di governo non di ribellione" (Liberoquotidiano.it)
Dal Nobel per la letteratura alla scrittrice Han Kang, alla valanga di serie Tv che imperversano sulle piattaforme, passando per il successo planetario dei gruppi musicali e di colossi industriali come Sansumg. (Avvenire)
Han ha espresso il suo sostegno all'impeachment, invitando i deputati a votare la prossima mozione in base alla propria «convinzione» avendo presente il dovere «di fermare ulteriore confusione. Le osservazioni di Han hanno segnato un'inversione di rotta rispetto alla precedente posizione che puntava a favorire le dimissioni «ordinate» di Yoon. (Corriere del Ticino)
Dopo essere stato salvato dalla mozione di impeachment grazie al supporto del suo partito, ottenuto in cambio della promessa di dimettersi, il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, rischia questa volta di averla combinata grossa. (LA NOTIZIA)
“Dobbiamo impedire che le forze e i gruppi criminali che hanno portato alla paralisi dell’amministrazione governativa prendano il controllo dell’amministrazione statale e minaccino il futuro della Repubblica di Corea, qualunque cosa accada". (La Stampa)