Santo Romano, il killer 17enne confessa: «Sono stato io». Ma non fa il nome del ragazzo che era con lui quando ha sparato
«Sono stato io». Il 17enne fermato per l’omicidio di Santo Romano a San Sebastiano al Vesuvio ha ammesso le proprie responsabilità davanti al pubblico ministero. Non era solo e ha evitato di fare il nome della persona era insieme a lui nel momento in cui ha preso la pistola e ha sparato uccidendo il giovane calciatore e ferendo al braccio un suo amico e compagno di squadra. Il 17enne di Barra ha protetto l’amico, affermando: «Non c’entra nulla». (napoli.corriere.it)
Su altre fonti
Accanto a lui. Quando Santo Romano è stato colpito da un solo colpo di pistola che gli ha centrato il petto, Gaetano e Matteo gli hanno sorretto la testa. (Corriere della Sera)
La comunità si stringe per ricordare il 19enne ucciso. L’arcivescovo di Napoli: “Fermiamo questa spirale di violenza (AltaRimini)
Non si può accettare di non tornare più a casa dopo una serata di divertimento con amici e fidanzata perché oggi si può uccidere con tanta facilità e questo in una società civile non può accadere! Erano 4 anni che proteggevi la porta della squadra con impegno, sacrificio e dedizione, sei caduto e ti sei rialzato, ti sei infortunato ed hai reagito con tanta determinazione adesso ti chiedo di proteggere tutti noi perché sarà molto dura metabolizzare questa perdita enorme. (ilmessaggero.it)
C’erano tantissime persone a ricordare Santo Romano, il 19enne incensurato ucciso nella notte tra venerdì e sabato in piazza Capasso davanti al Municipio di San Sebastiano al Vesuvio. Lacrime e striscioni per chiedere giustizia per il giovane. (Il Fatto Quotidiano)
Nella notte tra venerdì e sabato, a San Sebastiano al Vesuvio, il minorenne (da poco scarcerato) ha ucciso con un colpo di pistola Santo Romano, che era intervenuto per sedare una lite cominciata per un pestone a un piede. (Sky Tg24 )
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