COP29, la resa dei conti nell’anno più caldo di sempre

COP29, la resa dei conti nell’anno più caldo di sempre
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Corriere del Ticino ESTERI

Un recentissimo rapporto del Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), pubblicato pochi giorni fa, ha rivelato come i progressi compiuti nella direzione dell’effettivo abbandono dei combustibili fossili siano stati «scarsi». Non solo: per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento a 1,5°C, le emissioni globali dovrebbero diminuire del 7,5% all’anno fino al 2035. (Corriere del Ticino)

Se ne è parlato anche su altri media

Oggi a Baku si respira un’aria pensante e carica di tensione: la nuova bozza del testo negoziale sul nuovo obiettivo di finanza climatica era attesa (e promessa dalla presidenza) per mezzogiorno (ora locale) ma tarda ad arrivare. (il Dolomiti)

Breve riassunto delle puntate precedenti. (il manifesto)

Il primo pozzo petrolifero industriale del mondo (1846) è ancora lì, sovrastato da una torre-scheletro un po’ sinistra, tra i grattacieli scintillanti del centro e il grigio Mar Caspio. Alle porte di Baku, pompano ancora centinaia di trivelle nella zona di Bibi-Heybat, distante appena 20 chilometri dallo stadio olimpico dove sono rinchiusi da dodici giorni, come in una bolla asfissiante, i negoziatori della Cop29 per discutere di transizione energetica e finanza climatica. (Corriere della Sera)

Perché l’industria fossile non deve avere voce nei negoziati per il clima

Tuttavia, il contesto in cui si svolge la COP29 non è dei più favorevoli. Il summit climatico delle Nazioni Unite a Baku si sta rivelando un appuntamento storico, segnato da profonde divergenze e timidi progressi. (Today.it)

"Con questo Protocollo, stiamo costruendo prima di tutto uno spazio inclusivo e dinamico per il confronto tra il mondo giovanile e le Istituzioni; uno spazio in cui collaborare, condividere idee innovative e individuare gli obiettivi comuni sui temi strategici sui quali lavorare per il futuro delle giovani generazioni. (LA STAMPA Finanza)

E ancora le tempeste che hanno colpito il centro America in estate, le ondate di calore in India, le alluvioni in Brasile, gli incendi in Grecia, la siccità al sud Italia. Gli allagamenti in Sicilia, i tifoni nelle Filippine, la tragica alluvione di Valencia, la tempesta Boris che ha devastato l’Europa centro-orientale, le alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna per quattro volte in 18 mesi. (EconomiaCircolare.com)