Capodanno al Circo Massimo, il Campidoglio chiede a Tony Effe un passo indietro

Il Campidoglio chiederà a Tony Effe «di fare un passo indietro e di rinunciare ad esibirsi nel concerto di capodanno al Circo Massimo, che non deve essere un’occasione divisiva per la città». La presenza dell’artista ha scatenato nelle ultime giornate le polemiche di diverse associazioni. Ieri Differenza Donna ha definito «una scelta scellerata organizzare un concerto, dove il target saranno le ragazze e i ragazzi, nel quale sarà tra i protagonisti un cantante come Tony Effe, autore di testi sessisti, misogini e violenti». (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altri media

Il Campidoglio, secondo quanto si apprende, chiede a Tony Effe "di fare un passo indietro e di rinunciare ad esibirsi nel concerto di capodanno al Circo Massimo, che non deve essere un'occasione divisiva per la città". (Sky Tg24 )

Per l'amministrazione non sarebbero previste penali. La decisione «per evitare che il live di fine anno si trasformi in momento divisivo per la città». (Corriere Roma)

È polemica sulla presenza del trapper romano in scaletta del maxi evento del 31 dicembre al Circo Massimo, al centro delle proteste i toni sessisti e violenti delle sue canzoni. Capodanno a Roma, scoppia il caso Tony Effe. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

“Testi misogini”. La censura ridicola delle donne Pd contro Tony Effe

Ma dallo staff del cantante fanno sapere che ancora non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale in merito alla partecipazione al concerto di Capodanno al Circo Massimo. (Fanpage.it)

di testi sessisti, misogini e violenti". Donna ha definito "una scelta scellerata organizzare un (Tuttosport)

Siamo a Roma, dove stanno organizzando l’ammucchiatona infantile di San Silvestro con tanti artisti infantili o senili tra cui questo Tony Effe, che in effetti si chiama Rapisarda, Nicolò Rapisarda, e fino e due tre anni fa era membro di una band chiamata Dark Polo Gang, roba da tivù dei ragazzi, ma poi si è messo in proprio e siccome fa delle provocazioni infantili forse non lo chiamano più. (Nicola Porro)