Giancarlo Devasini, da medico a terzo uomo più ricco d’Italia: la scalata con le criptovalute

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ECONOMIA

Giancarlo Devasini, fondatore di Tether, è oggi il terzo uomo più ricco d’Italia secondo la classifica Forbes 2025, con un patrimonio stimato in 22,4 miliardi di dollari. Originario di Casale Monferrato, laureato in medicina prima di dedicarsi al mondo della finanza digitale, l’imprenditore piemontese ha guadagnato una posizione rispetto all’anno precedente, superando Giorgio Armani. Davanti a lui, solo due nomi: Andrea Pignataro, fondatore del gruppo fintech Ion (34 miliardi), e Giovanni Ferrero, a capo dell’impero dolciario omonimo, che con 38,2 miliardi si conferma al primo posto.

La sua ascesa, iniziata con la creazione della stablecoin più utilizzata al mondo, riflette un trend sempre più marcato: quello dell’ingresso delle criptovalute tra le principali fonti di ricchezza globale. Se Ferrero e Pignataro rappresentano modelli tradizionali – il primo legato all’industria alimentare, il secondo alla tecnologia finanziaria – Devasini incarna invece la nuova generazione di imprenditori che hanno scommesso su asset digitali, spesso guardati con scetticismo dai mercati tradizionali.

La classifica Forbes, che quest’anno include 74 italiani, conferma una tendenza già emersa negli ultimi anni: la ricchezza si concentra ancora in mani maschili. Tra i primi dieci nomi, nessuna donna. E se il caso di Devasini dimostra come percorsi professionali atipici – dalla medicina alla finanza speculativa – possano portare al successo, resta emblematico che i titoli di studio dei superricchi spazino dalle lauree in economia a quelle in ingegneria, con rare eccezioni.

Quello che conta, però, non è solo il percorso formativo, ma la capacità di intercettare – e spesso anticipare – i cambiamenti del mercato. Tether, lanciata nel 2014, è diventata un pilastro dell’ecosistema crypto, garantendo stabilità in un settore noto per la volatilità. E Devasini, da figura quasi sconosciuta al grande pubblico, è oggi un nome chiave per capire non solo l’evoluzione della finanza digitale, ma anche gli equilibri economici del Paese.