Alpinisti morti, il dolore del papà di Luca: «Lo hanno trovato sotto due metri di neve. Il suo cellulare squilla ancora, è devastante»

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Morti sul lavoro

Due giorni dopo il ritrovamento dei corpi, purtroppo senza vita, di Cristian Gualdi e Luca Perazzini, i due alpinisti dispersi sul Gran Sasso dopo una caduta domenica 22 dicembre e recuperati morti dai soccorsi venerdì 27, parla il papà di Luca, Giancarlo Perazzini, alla fiaccolata organizzata in ricordo dei due romagnoli scomparsi. Oltre 300 persone con le candele in mano per i due alpinisti morti, tutti increduli, si sono riuniti nella serata di sabato 28 dicembre. (leggo.it)

Ne parlano anche altre testate

A Santarcangelo di Romagna è il momento del dolore. Incredulità e forte sgomento tra i parenti e gli amici di sempre che si sono ritrovati con ceri, candele e per cercare parole di conforto di fronte al dramma. (la Repubblica)

«Era la nostra ancora, il suo telefonino squilla ancora, è devastante»: tra le centinaia di persone che hanno preso parte venerdì sera alla commemorazione a San Vito dei due escursionisti romagnoli morti sul Gran Sasso nei giorni scorsi, le parole di Giancarlo Perazzini, padre del 42enne Luca, sono risuonate cariche di dolore, specialmente quando il pensiero è corso al figlio «ritrovato sotto due metri di neve» e a quel maledetto vento che ha «scaraventato» i due amici «come due foglie» nel Vallone dell’Inferno. (Corriere Romagna)

Un esposto alla procura di Teramo perché indaghi per capire se si poteva fare qualcosa per salvare la vita a suo fratello Luca Perazzini, morto, insieme a Cristian Gualdi, sul Gran Sasso. Lo presenterà Marco Perazzini all’indomani della fiaccolata organizzata da amici e conoscenti Dovevano fermarli’, esposto del fratello di Luca. (Rete8)

Luca e Cristian, i due alpinisti morti sul Gran Sasso: perché non sono riusciti a salvarsi

«La prevenzione degli incidenti è più determinante di tutte le accortezze che possiamo adoperare una volta che il sinistro, purtroppo, si è verificato». Fabio “Rufus” Bristot, consigliere nazionale del Soccorso alpino e speleologico, non ha dubbi. (Liberoquotidiano.it)

Dalla località romagnola partivano insieme per scalare montagne e conquistare vette. Lo dimostra più di tutto la foto che Luca Perazzini ha scelto per Facebook: sono loro due, Luca col casco ar… (La Repubblica)

Se le condizioni meteorologiche erano troppo proibitive, l’accesso alla montagna andava impedito. Per non mettere a repentaglio la vita degli scalatori e degli eventuali soccorritori. Ne è convinto Marco Perazzini, fratello di quel Luca Perazzini che è rimasto bloccato da una bufera nel vallone dell’Inferno sul Gran Sasso con l’amico e collega alpinista Cristian Gualdi. (Open)