«The Green Border», il confine dell’umano e l’Europa a due facce
The Green Border, Il confine verde, è quello tra la Bielorussia e la Polonia, chilometri infiniti di alberi, di natura, di animali che separano l’Europa (e la Nato) dalla zona di influenza russa,e che oggi sono uno dei luoghi d’accesso possibile per chi cerca di entrare in Europa «clandestinamente» ma viene invece stritolato dalle politiche europee e da quelle dei singoli governi. Da una parte la Polonia cattolica e razzista – come tanti altri paesi europei – dall’altra la Bielorussia di Lukashenko che ha illuso chi arrivava da zone devastate dai conflitti quali Siria e Afghanistan di un territorio safe-gate Giunti lì in volo potevano facilmente attraversare il confine che li avrebbe portati in Europa, fortezza e al tempo stesso luogo fragile di contraddizioni sempre più profonde. (Il Manifesto)
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Il film, diviso in capitoli, narra le storie di diverse persone coinvolte in questa realtà spesso ignorata, tra cui una famiglia di rifugiati siriani, un insegnante di lingua inglese dall’Afghanistan, una giovane guardia di frontiera e un gruppo di volontari coraggiosi. (Stranieri in Italia)
Impossibile rimanere indifferenti di fronte all’odissea umanitaria e disumana narrata in bianco e nero, perché oggi è questo il tono del mondo, dalla regista polacca Agnieszka Holland in Green border, in concorso: tempi che non si lasciano corrodere dalla fretta del box office, macchina da presa a ridosso dei corpi in fuga nel bosco di Hansel e Gretel, l’oscura foresta che fa da confine tra Bielorussia e Polonia, terra di nessuno dove sopravvivono, muoiono, vengono torturati i migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, in attesa di rifugio politico. (Elle)
Agnieska Holland fa i nomi e ha anche le prove. Il suo Green border (presentato in Concorso alla Mostra 2023) è un atto d’accusa dolente e senza possibilità di fraintendimento, un film che racconta il presente e lascia lo spettatore spesso - drammaticamente - senza fiato. (Il Cittadino)
C’è tuttavia un altro fronte europeo nel quale da anni si sta consumando una sanguinosa tragedia umanitaria: lo Zielona Granica, il “confine verde”. (Best Movie)
Oltre che con Matteo Garrone ne "Io Capitano, il tema dei migranti arriva in Concorso a Venezia anche grazie alla regista polacca Agnieszka Holland che in "Green Border" (Il confine verde) racconta in bianco e nero il dramma umano di chi dal Medio Oriente e dall'Africa tenta di raggiungere l'Europa attraverso il confine tra Bielorussia e Polonia, finendo per diventare quasi "pedina" di un gioco politico tra promesse di ingressi facili e respingimenti dei due paesi. (Libero Tv )
Lo canta il rapper francese Youssoupha alla fine del film di Agnieszka Holland “Green Border” che racconta il dramma dei respingimenti dei profughi africani e mediorientali sul “confine verde” (circondato da foreste) tra Bielorussia e Polonia (La Nuova Venezia)