Vasco Rossi: “Finire una canzone è una specie di miracolo. Non sono un poeta, do solo musica alle parole”

ROMA. Non c’è trucco non c’è inganno dentro il mondo di Vasco Rossi, è sua anche la copertina di quest’opera intitolata “Vivere-Living”, che riproduce il foglietto raccogliticcio sul quale in un giorno lontano erano appena nati i primi versi di una delle sue canzoni più amate: sono scarabocchi d’autore «Vivere è un po’ come perder tempo» e il celeberrimo «oggi voglio stare spento». Sul palco del … (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altri media

Vasco Rossi ha presentato il volume ‘Vivere/Living’, al Teatro Storchi di Modena. All’evento erano presenti anche Nanni Cagnone e Paul Vangelisti che hanno curato la prefazione. Il volume presenta al pubblico una composizione inedita di testi che il rocker ha scritto durante la sua vita, cioè note, pensieri e parole che, nella pubblicazione, si mescolano ai versi delle sue più note canzoni. (LAPRESSE)

Lo diresti impacciato, senza la band a fargli corona. Ricorda quando “a 11 anni venivo a Modena e la corriera fermava proprio qui davanti, andavo a scuola di canto”. (Il Fatto Quotidiano)

Ma, come ha scritto Edmondo Berselli del rocker di Zocca: “Vasco richiama la normalità. (Il Fatto Quotidiano)

Il Vasco day allo Storchi per il libro Vivere/Living: «Ma non chiamatemi poeta»

Una volta mi dissero che se non avevo il permesso di soggiorno mi avrebbero considerato un clandestino. «Come a Bob Dylan è vietato suonare in Cina, anche a me per 20 anni è stata negata Londra. (ilmessaggero.it)

Vasco Rossi ha presentato al Teatro Storchi di Modena il suo Vivere/Living, una raccolta di testi inediti, fatta di pensieri, versi, parole in libertà che si alternano ai suoi brani celebri. “Ma non chiamatele poesie” ha detto sul palco, “credo che liriche sia la parola più corretta. (Il Fatto Quotidiano)

Vasco Rossi introduce così il volume “Vivere/Living”, alla presentazione andata in scena oggi al teatro Storchi di Modena. MODENA. «Le mie canzoni sono sempre state provocazioni artistiche, perché la provocazione è quella che tiene sveglie le coscienze, anzi l'unico modo per tenerle sveglie. (Gazzetta di Modena)