Inizia il processo per il femminicidio di Giulia Cecchettin: Filippo Turetta non piange e non va in aula

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Secolo d'Italia INTERNO

"Avevo preso un coltello… un altro coltello… dal sedile del passeggero. Entrambi li avevo presi prima e ho iniziato a rincorrerla. Ero sempre più vicino a lei e non so se io l’abbia un po’ spinta o se lei sia inciampata correndo. È caduta, mi sono abbassato sopra di (Secolo d'Italia)

La notizia riportata su altre testate

Inizia davanti alla Corte d'Assise di Venezia il processo a Turetta, il suo ex ragazzo, che con ogni probabilità però non sarà in aula. Si apre il processo a Filippo Turetta. (ilmessaggero.it)

Resterà nella sua cella, nel carcere veronese di Montorio, lontano dai riflettori. Per i media sono state fissate regole rigide per l'ingresso in aula: accesso limitato a 40 persone, la metà giornalisti, e ammesse solo le telecamere della Rai. (Adnkronos)

Il tono pacato, le mani intrecciate, gli occhi gentili. Gino Cecchettin parla con la compostezza di sempre. (ilgazzettino.it)

Inizia il processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin: Turetta rischia l’ergastolo. Tutte le tappe del femminicidio e le accuse all’ex fidanzato

Con l’apertura del processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, arriva in tribunale una storia che rispecchia scelte delle parti senza precedenti. (La Stampa)

Lei ha iniziato a correre, l’ho afferrata per un braccio. «Ero molto arrabbiato, ho preso il coltello che avevo sulla tasca posteriore del sedile e sono uscito di corsa. (La Nuova Venezia)

Rimane il nome di una vittima e dell’assassino, qualche ricordo delle circostanze che hanno portato generalmente un uomo ad alzare la mano su una donna. Il destino dei tanti femminicidi che insanguinano l’Italia è amaro. (Il Fatto Quotidiano)