Libano, l'importanza dei caschi blu Onu e cosa comporterebbe un ritiro: l'analisi dell'ammiraglio Di Paola

L'analisi dell'ammiraglio Giampaolo Di Paola sulla situazione del contingente Unifil in Libano e le conseguenze di un allontanamento dei caschi blu Onu dopo gli scontri tra Israele ed Hezbollah: "Stare notte e giorno nei bunker è frustrante ma si resiste, non ci sono le condizioni per cambiare regole di ingaggio alle Nazioni Unite". (Fanpage.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

"È stata presa la decisione che l'Unifil rimarrà attualmente in tutte le sue posizioni nonostante le richieste delle Forze di difesa israeliane di abbandonare le posizioni che si trovano nelle vicinanze della Blue Line", ha affermato il capo del peacekeeping delle Nazioni Unite Jean-Pierre Lacroix. (Adnkronos)

L’eco dei combattimenti però si sente eccome, soprattutto a Naqoura, dove i colpi di rimbalzo a metà pomeriggio fanno un altro ferito, di nuovo tra i militari indonesiani. All’inizio della conversazione la premessa è obbligatoria e anche un po’ ironica. (ilmessaggero.it)

OBRE – Gli ultimi sviluppi della guerra in Medio Oriente e la condotta bellica scelta da Israele soprattutto nei confronti dell’UNIFIL, stanno irritando molte cancellerie e questa volta la reazione italiana è stata più dura del solito. (OnuItalia)

"In Libano come a Gaza, guerra lunga e dolorosa. La morte di Nasrallah? Hezbollah è ancora forte"

La missione Onu Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon), al centro in queste ore degli attacchi dell’esercito israeliano (Israeli Defence Force, Idf), è nata con la Risoluzione 425 del 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell’invasione del Libano da parte di Israele (marzo 1978). (Il Sole 24 ORE)

Tanto meno dare istruzioni, intimare il ritiro, sparare addosso ai caschi blu che fanno il loro dovere. A cosa serve l’Unifil? Non sta a Israele giudicarlo. (La Stampa)

Che piega prenderà il conflitto? Il buio della notte è illuminato dai lampi rossi delle esplosioni, oltre le colline, verso il campo di battaglia fra Hezbollah e israeliani. Salman Hareb è la voce del Partito di Dio filo iraniano nel sud del Libano (responsabile rapporti con i media), tra i pochissimi che si espone parlando senza peli sulla lingua. (il Giornale)