Il G7 si arrampica sugli specchi. "Netanyahu non è un terrorista, ma bisogna rispettare il diritto internazionale"
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Da un lato, ci sono le delegazioni del G7, riunite a Fiuggi, che si arrovellano fino all’ultimo minuto per trovare una frase da inserire nel comunicato finale sulla questione del mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale nei confronti del premier Benjamin Netanyahu, pur sapendo di pensarla in modi molto diversi. Dall’altro, c’è il lento prendere f… (L'HuffPost)
La notizia riportata su altre testate
D’altro canto, Netanyahu sta producendo ormai da troppo tempo un vero e proprio massacro genocidario contro il popolo di Gaza e giustifica questo orrore con i logori argomenti del diritto di Israele di difendersi e della lotta israeliana contro il terrorismo. (Radio Radio)
«Non può esserci equivalenza tra il gruppo terroristico Hamas e lo Stato di Israele». (Secolo d'Italia)
Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani nella conferenza stampa finale del G7 Affari Esteri a Fiuggi riguardo al mandato di arresto della Corte penale internazionale (Cpi) contro Netanyahu."Bisogna vedere bene quindi leggere le carte e capire quali sono i limiti, ci sono molti dubbi giuridici e poi la fattibilità mi pare una fattibilità molto teorica perché Netanyahu non andrà mai in un paese dove potrebbe essere arrestato, come viene e viene arrestato, da chi? Quindi bisogna fare sempre le cose che non si trasformino in cose inattuabili", ha aggiunto. (il Dolomiti)
La fragile tregua in Libano ha messo in secondo piano la notizia che la Corte distrettuale di Gerusalemme ha concesso, dopo reiterate richieste (tutte respinte), un rinvio di 8 giorni al primo ministro Benjamin Netanyahu (L'HuffPost)
Nelle ore in cui prende forma il cessate il fuoco in Libano il realismo si impone sul diritto internazionale: con Netanyahu, finché non si spegnerà l'incendio in Medio Oriente, bisogna parlare e trattare. (ilmessaggero.it)
Il G7 dei ministri degli Esteri, riunito a Fiuggi, sta discutendo anche sul mandato di arresto a carico di Benjamin Netanyahu, spiccato dalla Corte penale internazionale. Un anno e mezzo fa, il 17 marzo 2023, quando la stessa Corte prese il medesimo provvedimento nei confronti di Vladimir Putin, non ci fu bisogno di alcuna discussione. (Corriere della Sera)