Stellantis, finita la cassa: via gli operai delle mascherine Covid (per cui Fca prese 290 milioni dallo Stato)?

Erano in 500 e oggi sono solo 250, ma sono gli operai dimenticati di Mirafiori. Sono quelli più anziani, con "ridotte capacità lavorative" come vengono definiti quei lavoratori non più adatti, per ragioni di età o di comprensibili acciacchi, al lavoro in catena di montaggio o nei reparti delle Carrozzerie. Sono in cassa integrazione da anni, poi in contratto di solidarietà, ma ora il monte ore disponibile per gli ammortizzatori sociali è praticamente esaurito. (Torino Cronaca)

Ne parlano anche altri media

In tanti a Mirafiori ancora li chiamano «quelli delle mascherine». Sono i 500 operai con ridotte capacità lavorative, acciaccati dagli anni (l’età media è sui 57-58), da problemi di salute e dall’usura delle articolazioni per il lavoro ripetitivo della fabbrica, che nel 2020 erano stati inviati in via Biscaretti al reparto destinato alla produzione di dispositivi anti-Covid. (Corriere della Sera)

Stellantis ferma la produzione a Mirafiori fino a gennaio a causa della scarsa domanda di veicoli elettrici e problemi di fornitura. La notizia pesa in Borsa: il titolo cala del 3,5% (FIRSTonline)

Il commerciante è stato sorpreso a somministrare alcolici ai minori nonostante fosse stato già denunciato e sanzionato pochi mesi fa (Impresa Italiana)

L'allarme dei sindacati: «A Mirafiori cassa finita per 250 operai»

Tanto che oggi sulle due linee di montaggio dei cambi lavorano in tutto più di 850 tute blu, superando le previsioni di crescita di settembre. Ma nei mesi la produzione, fissata a 600 mila unità all’anno, è aumentata. (la Repubblica)

Un incontro unitario con la direzione aziendale per affrontare il tema della cassa integrazione a Mirafiori . Leggi tutta la notizia (Virgilio)

In cantiere c’è un altro anno in salita, ricco di ammortizzatori sociali. Ieri i sindacati metalmeccanici, Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri, hanno inviato una lettere ai vertici di Stellantis nella quale si chiede «un incontro urgente» sul futuro dei 250 lavoratori —la maggior parte con ridotte capacità lavorative e un’età media alta, — del reparto di via Biscaretti destinato, durante la pandemia, alla produzione di dispositivi anti-Covid. (Corriere della Sera)