La fretta di chiudere le porte

«Questo non è il mio Paese», ha detto Angela Merkel l’altra sera a Milano nel corso della presentazione della sua autobiografia. Ha così ricordato la sua ferma decisione di aprire le porte della Germania, nel 2015, a centinaia di migliaia di siriani in fuga dalla dittatura di Assad e dalla guerra civile. «Questo non è il mio Paese» significava stigmatizzare quella parte dei tedeschi che non compresero lo slancio di solidarietà della loro Cancelliera. (Corriere della Sera)

Su altri giornali

Siria, Kallas: "Russia e Iran hanno abbandonato Assad, dimostra che sono deboli" 16 dicembre 2024 (Il Sole 24 ORE)

"Penso che siamo stati molto veloci in questo processo. Incontrerò le nazioni arabe, così come la Turchia e gli Stati Uniti, per discutere i principi di impegno con il nuovo governo siriano e ho anche incaricato i nostri vertici diplomatici europei di andare a Damasco per poter stabilire dei contatti. (Il Sole 24 ORE)

E la sua prima prova pubblica è stato lo scontro con l’Ungheria di Viktor Orbán: “Sì, oggi ho ricevuto il mio primo veto ungherese al Consiglio Affari esteri – ha spiegato alla … (Il Fatto Quotidiano)

La Kallas in Siria: "Russia e Iran hanno abbandonato Assad, dimostra che sono deboli"

"La questione solleva preoccupazione perché Mosca usa la Siria per condurre le operazioni in Africa e noi solleveremo il tema con la nuova leadership siriana", ha aggiunto precisando che lo stesso tema è stato discusso con i partner arabi al vertice in Giordania "perché è anche di loro interesse, non vogliono avere influenze russe nell'area e su questo possiamo cooperare". (Gazzetta di Parma)

La vicepresidente della Commissione Europea e alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'Ue Kaja Kallas ha fatto il punto sui rapporti tra Ue e Siria dopo la caduta del regime di Bashar Assad. (la Repubblica)

L'Alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas ha dichiarato che il mancato intervento in Siria della Russia e dell'Iran durante l'insurrezione che ha provocato la caduta del presidente siriano Bashir Assad la scorsa settimana ha dimostrato che i due Paesi “sono indeboliti” e “hanno le mani occupate altrove”. (Liberoquotidiano.it)