La Turchia intensifica la pressione sulle SDF alla fine della tregua

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Siria

Mentre la tregua di quattro giorni tra le “Forze democratiche siriane” (SDF) e l'”Esercito Nazionale” sostenuto dalla Turchia attorno ad Ayn al-Arab (Kobane) volge al termine, ci sono segnali crescenti che la Turchia si stia preparando per operazioni militari su larga scala contro le SDF, con l’obiettivo di smantellare la sua presenza nella Siria nord-orientale. Le fughe di notizie suggeriscono che Ankara sta facendo pressione sul nuovo governo siriano a Damasco per impedire qualsiasi dialogo con le SDF o la sua struttura di “autogoverno”. (Contropiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

Il primo gesto concreto è stata la visita a Damasco del capo dei servizi segreti, Ibrahim Kalin, che ha incontrato Al-Julani, leader di Tahrir al-Sham, e il premier del governo di transizione, Al-Bashir. (il manifesto)

La tregua è stata estesa... Turchi e curdi siriani nella zona di Manbij: lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller. (Virgilio)

La situazione in Siria è evidentemente complessa, ci sono molti punti interrogativi e non è del tutto chiaro quali forze si stiano muovendo e come. Evin Swed è la co-presidente dell’Amministrazione autonoma democratica della Siria del Nord-Est (Daanes). (il manifesto)

Il «giardino» del Rojava è di nuovo sotto assedio

Inverno 2014: si combatte a Kobane, con le difese curde schiacciate fra l’avanzata dell’Isis e il confine turco, pattugliato da militari compiacenti con i jihadisti. (il manifesto)

Bruxelles vuole usare l'influenza di Ankara sui nuovi gruppi al potere in Siria per garantire l'unità del Paese ed evitare un nuovo scontro nel nord tra le milizie curde e quelle filo-turche Il futuro della Siria post-Assad sembra passare per ora dalla Turchia, uno degli attori che più ha guadagnato dalla caduta del regime a Damasco a inizio mese, avendo una significativa presenza militare nel vicino meridionale e un rapporto di lungo corso con i ribelli che hanno preso il potere. (Euronews Italiano)

Difendere il Rojava, dalla Turchia e da Erdogan, oggi più che mai è la parola d’ordine. La sconfitta di Assad apre un nuovo capitolo della storia della Siria e quanto conquistato e costruito dai curdi nel nord est del Paese è oggi di nuovo in pericolo. (il manifesto)