Coronavirus: morto il vicepresidente dei Georgofili Michele Stanca

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FirenzeToday INTERNO

Lo rende noto, con un comunicato stampa, la stessa Accademia dei Georgofili.

E' morto ieri, giovedì 19 marzo, il vicepresidente dei Georgofili Michele Stanca, ricoverato dalla fine di febbraio in ospedale dopo avere scoperto di essere positivo al coronavirus.

Era in ospedale da alcune settimane, dopo aver scoperto di essere positivo al coronavirus”, si legge nella nota.

Accademico, coordinatore del Comitato “Biologia Agraria” e membro del Consiglio Accademico, attualmente Stanca era vicepresidente dell’Accademia dei Georgofili. (FirenzeToday)

Ne parlano anche altri media

Se ne è andato nella giornata di ieri, all’età di 77 anni, il professor Michele Stanca, genetista di fama internazionale, scienziato ed accademico (vice presidente dei Georgofili, presidente di Unasa, fra gli altri) morto a causa di contagio da coronavirus, che come vediamo non sta risparmiando nessuno. (Agricultura.it)

E’ morto il Professor Antonio Michele Stanca, illustre scienziato che ha contribuito alla crescita dell’agricoltura in Italia e nel mondo. Michele Stanca, tra le sue tante attività, è stato anche un fattivo collaboratore del ciclo di incontri A Cena Con la Scienza, organizzato da Confagricoltura Piacenza ed Agriturist. (IlPiacenza)

Confagricoltura Piacenza esprime profondo cordoglio per la sua scomparsa. Tutta Confagricoltura Piacenza “esprime vicinanza alla famiglia”. (piacenzasera.it)

E proprio la secolare istituzione lo ricorda come "un illustre scienziato che ha contribuito alla crescita dell'agricoltura in Italia e nel mondo". (LA NAZIONE)

ra le vittime del coronavirus c’è anche il Vicepresidente dei Georgofili, Michele Stanca. Docente in molte prestigiose università di tutto il mondo, è stato uno studioso instancabile, appassionato ed entusiasta del proprio lavoro, eccellente divulgatore scientifico. (TeleRama News)

Ha diretto il Centro di ricerca per la genomica e la postgenomica animale e vegetale di Fiorenzuola d'Arda. In diverse interviste aveva spiegato che "L’Italia ha fatto una scelta politica e non scientifica di non usare gli. (La Repubblica)