Migranti, nuova sentenza e nuove tensioni sui trattenimenti

Migranti, nuova sentenza e nuove tensioni sui trattenimenti
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Italia Oggi INTERNO

Riesplode la tensione tra il centrodestra e la magistratura sulla questione migranti. Il Tribunale di Catania non ha convalidato il trattenimento, disposto dal questore di Ragusa, di un migrante proveniente dall'Egitto. Si legge nella motivazione: “In Egitto vi sono gravi violazioni dei diritti umani, che in contrasto con il diritto europeo citato persistono in maniera generale e costante ed investono non solo ampie e indefinite categorie di persone... (Italia Oggi)

Se ne è parlato anche su altre testate

Il giudice sostiene che la lista trasformata in decreto " non esime il giudice all'obbligo di una verifica della compatibilità con il diritto dell'Unione europea ". Ed è così che un giudice a Catania non ha convalidato il trattenimento di un migrante proveniente dall'Egitto, disposto dal questore di Ragusa, per uno straniero irregolare sbarcato a Pozzallo e proveniente dall'Egitto. (il Giornale)

Le argomentazioni sono le stesse che le toghe etnee usano da settembre: nei casi di Tunisia, Bangladesh ed Egitto accostano le «schede paese», che descrivono le situazioni di ogni Stato, al dettato della legge. (il manifesto)

Negli ultimi mesi il botta e risposta si è intensificato sul dossier dei flussi migratori, in particolare dopo il via libera al piano Albania. In Italia la vera opposizione non è il Partito Democratico o il Movimento 5 Stelle, ma è la magistratura. (Nicola Porro)

Un altro tribunale boccia Meloni: nuovo scontro sui Paesi sicuri

Dopodiché, come in ogni paese, ci sono alcuni aspetti che lo rendono insicuro per alcune categorie di persone, penso alle discriminazioni legate al sesso o alla religione". Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, a Metropolis commenta così la sentenza dell giudice Massimo Escher, che non ha convalidato il trattenimento di un ragazzo egiziano appena arrivato a Pozzallo. (la Repubblica)

Il centro migranti italiani nel porto di Shengjin, in Albania (il Giornale)

Con queste parole il 21 ottobre il guardasigilli Carlo Nordio spiegava la ratio con cui il governo ha varato un decreto legge per inserire l’elenco dei Paesi sicuri non più in un decreto interministeriale ma in una norma primaria, che “il giudice non può disapplicare: se la ritiene incostituzionale può fare ricorso alla Consulta”. (LA NOTIZIA)