Saronno, furbetti bonus facciate: il videoracconto della frode
News SARONNO -Attestavano come eseguite e terminate le lavorazioni appaltate dai committenti quando, in realtà, non era sovente neanche stato predisposto il relativo cantiere né richiesta la scia. LA CHIUSURA DELLE INDAGINI – IL DETTAGLIO SUL SEQUESTRO – E’ il modus operandi ricostruito esperiti dalla Squadra Mobile della Questura di Varese in merito alla vicenda dell’imprenditore edile partenopeo, indagato unitamente ad altri 22 soggetti responsabili di aver accaparrato ingenti guadagni truffando lo stato tramite un indebito accesso al bonus facciata. (Il Saronno)
Su altri media
Un maxi raggiro, milionario, con il Superbonus 110: lavori mai effettuati, a fronte dell’indebita percezione di somme ingenti, secondo la Procura di Lecce. (quotidianodipuglia.it)
Non c'è fine all'ingegnosità criminale, ma neppure all'efficacia dell'intervento delle forze dell'ordine sempre solertemente sul pezzo. Smascherata a seguito dell'indagine patrimoniale condotta dalla Polizia di Stato di Varese, che aveva (Secolo d'Italia)
Costi gonfiati per il “Bonus facciata”: 23 indagati a Saronno per truffa ai danni dello Stato (IL GIORNO)
Le accuse a vario titolo sono di associazione a delinquere finalizzata all'indebita percezione di erogazioni pubbliche (reato di cui rispondono nove indagati), malversazione e ... (Virgilio)
Inchiesta chiusa e 13 indagati per le presunte frodi sull’utilizzo del «Superbonus 110», con il coinvolgimento di imprenditori, ingegneri e commercialisti fra Lecce e Bari. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari porta la firma del pm Patrizia Ciccarese. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Per questo la Procura della Repubblica di Busto Arsizio ha chiuso le indagini per la maxi truffa che ha visto coinvolte a titolo di indagati 23 persone. Si tratta di un’inchiesta gemmata da quella avvenuta due anni fa e che ha portato a diversi sequestri e confische passati in giudicato ai danni di un imprenditore campano il quale aveva ideato un sistema, attraverso la sua impresa edile (e servendosi di soggetti compiacenti), per l’emissione di una serie di fatture che attestavano lavori in realtà mai neppure partiti. (Corriere Milano)