Meloni-Pinelli: il governo contro la magistratura
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Da giorni, l'alta tensione nei rapporti tra governo e giudici prometteva di ripercuotersi all'interno del Consiglio superiore della magistratura (Csm), dove il fronte togato si preparava a dare battaglia in una prevedibile contrapposizione con i laici del blocco politico del centrodestra. Tuttavia, ad accelerare il trambusto è stato l'incontro tra il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, e la premier Giorgia Meloni, fresca di espliciti attacchi a provvedimenti giudiziari sgraditi.
L'incontro, avvenuto lunedì pomeriggio a Palazzo Chigi, ha suscitato l'ira dei consiglieri togati del Csm, i quali, ad esclusione della corrente Magistratura indipendente, hanno scritto una lettera di fuoco diretta a Pinelli, chiedendo di riferire con urgenza sulle ragioni dietro l'incontro con la premier. La bufera tra maggioranza e giudici sull'espulsione dei migranti illegali infuriava all'esterno, mentre all'interno del Csm si preparava una resa dei conti.
Pinelli, avvocato con un passato politico variegato, da Renzi a Salvini, si trova ora in una posizione delicata, con pochi alleati pronti a sostenerlo. Nella stessa maggioranza che lo ha eletto vicepresidente, per un colpo di fortuna dovuto al blocco del prescelto Giuseppe Valentino di FdI a causa di un'inchiesta, regna il silenzio mentre Pinelli affronta le critiche. Un consigliere di centrodestra del Csm ha commentato: "Raccoglie quello che ha seminato in questi due anni".
La premier Meloni, durante l'incontro, ha chiesto al vicepresidente informazioni sulla corrente di Magistratura democratica (Md) all'interno del Csm, suscitando l'irritazione del Capo dello Stato.