Crisi infermieristica in Italia: allarme anche in Trentino-Alto Adige

La crisi del personale infermieristico in Italia si ripercuote anche sul Trentino-Alto Adige, dove il numero di professionisti disponibili rischia di non essere sufficiente a garantire l’assistenza sanitaria necessaria. Il calo delle nuove iscrizioni ai corsi di laurea in Scienze Infermieristiche e le dimissioni volontarie dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) aggravano la situazione, mettendo a rischio l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR (la VOCE del TRENTINO)

Ne parlano anche altri giornali

Beukema Inter, il difensore del Bologna spegne le voci sui nerazzurri: le sue parole sulla possibilità di restare a lungo in rossoblù (InterNews24.com)

Infermieri e Oss puntano in particolare il dito contro i salari troppo bassi e gli straordinari 'forzati' causati dalla cronica carenza di personale. Così gli infermieri aderenti al sindacato 'Nursing up' hanno protestato giovedì 27 marzo davanti alla sede della Giunta regionale, in disaccordo con le politiche dell'esecutivo in materia di sanità pubblica. (MilanoToday.it)

“La carenza di infermieri in Italia, come evidenzia anche il rapporto della Fondazione Gimbe, è ormai una realtà, con evidenti disparità su molti fronti rispetto agli altri paesi europei. (Milano Finanza)

Umbria, de Lucia (Conflavoro PMI Sanità) su payback dispositivi medici: “Sanità pubblica non gravi su aziende private”

Stiamo parlando degli infermieri e questo è l'inquietante quadro che esce dalla analisi della Fondazione Gimbe, che commenta i dati sulla professione infermieristica presentati al Congresso Nazionale Fnopi di Rimini. (l'Adige)

Gli stipendi degli infermieri in Italia restano tra i più bassi d’Europa, sia in termini assoluti che in rapporto al costo della vita. Una condizione che rende questa professione “sempre meno attrattiva per le nuove generazioni”, come evidenzia la Fondazione Gimbe. (Qui Salute)

“Ricordiamo alla consigliera regionale dell’Umbria, Donatella Tesei, che la sanità pubblica non può gravare sulle aziende private, che l’anomalia normativa del payback sui dispositivi medici deve essere eliminata e che, infine, la Regione oltre al suo Bilancio dovrebbe tutelare anche il tessuto imprenditoriale locale. (Il Giornale d'Italia)