Manifestazione per l'Europa a Roma oggi 15 marzo in diretta | «Noi, la piazza "gentile"». Gli altri due sit in previsti
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La principale nemica dell'Unione Europea è la retorica. Perché l'ha impantanata. Non possiamo più permettercelo. Oggi l'Europa o si struttura come potenza o non è». Lo scrive su X il leader di Azione, Carlo Calenda, dando appuntamento «alle 14.45 in piazzale Flaminio per muoverci insieme verso Piazza del Popolo che non possiamo lasciare, né ora né mai, ai pacifinti». Oggi, 15 marzo, piazza del Popolo si colora di blu come le bandiere della Comunità europea: dalle 15 a Roma la manifestazione in difesa dell’Europa. (Corriere Roma)
Ne parlano anche altri giornali
Tutti insieme appassionatamente, anche se non è poi così chiaro per che cosa. Eccoci a "Una piazza per l'Europa", il via alle 15 in piazza del Popolo a Roma. (Liberoquotidiano.it)
Circa 1500 militanti di Potere al Popolo, di Rifondazione Comunista e iscritti all'Usb hanno sfilato al grido di «Unione Europea assassina, stop riarmo» cantando Bandiera Rossa e Bella ciao. (il Giornale)
Anche Roberto Vecchioni e' presente alla manifestazione "Una piazza per l'Europa" in corso a Roma in piazza del Popolo. (Immagini di Giorgiana Cristalli) (Tiscali Notizie)
Sventolando la bandiera dell'Europa e della pace, migliaia di persone hanno voluto essere presenti: circa 50mila tra semplici cittadini, il mondo dell'associazionismo, le rappresentanze sindacali, personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo si sono ritrovati uniti sotto la stessa bandiera. (Roma Capitale)
Tra la folla spunta anche un fantoccio raffigurante Donald Trump con in bocca del denaro. In Pizza del Popolo ci sono 15mila persone per la manifestazione indetta da Michele Serra, giornalista del Corriere della Sera, per l'Europa. (il Giornale)
Mentre i più stupidi tra gli stupidi, gente schifosa che ha plaudito a tutte le peggiori violazioni dei nostri diritti, che non ha speso una parola contro le stragi a Gaza e in Siria, scende in piazza per protestare contro l'ipotesi di pace in Ucraina, mentre gli altri – già pochi e del tutto ininfluenti – si spaccano tra sovranisti e neoeuropeisti (conio questa definizione per il movimento del Colonnello Fabio Filomeni), il Great Reset prosegue a gonfie vele. (Il Giornale d'Italia)