Manganelli e divieti non arrestano la piazza palestinese

I guai sono arrivati tutti insieme e tutti alla fine. Quando la manifestazione convocata da Udap, Giovani Palestinesi e Associazione dei palestinesi in Italia era stata appena sciolta dagli organizzatori, un drappello di poche decine di persone ha cercato di forzare il blocco della polizia tra Piramide e viale Ostiense. La carica di alleggerimento è durata lo spazio di pochi minuti, poi dalle retrovie è avanzato un altro gruppo di manifestanti (anche qui nell’ordine delle poche decine) che ha dato vita a una sassaiola corredata da petardi e lì la risposta delle forze dell’ordine è stata più veemente: lacrimogeni, idranti sparati non in orizzontale ma dall’alto e infine una carica più dura, arrivata fino alla metà del piazzale. (il manifesto)

Se ne è parlato anche su altre testate

Di questi 20 sono della Polizia di Stato e 4 della Guardia di finanza. Secondo quanto si apprende al momento sono 38 i fogli di via per manifestanti provenienti da varie città tra cui Varese, Livorno, Campobasso, Brindisi, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, Milano, Perugia, Modena, Catania e Bari. (quotidianodipuglia.it)

(rinaldo frignani) Sono scattati già nella notte i controlli ai caselli autostradali e sulle consolari in entrata a Roma per individuare e identificare eventuali persone sospette e armi improprie sui veicoli utilizzati da chi parteciperà alla manifestazione pro Palestina di sabato pomeriggio in piazzale Ostiense, davanti alla Piramide Cestia. (Corriere Roma)

Scontri al corteo pro Palestina a Roma, sassi e bottiglie contro la polizia (AGI - Agenzia Italia)

Meloni sugli scontri alla manifestazione pro-Palestina: solidarietà agli agenti

Dopo di che, è già successo in passato che si vietassero delle manifestazioni senza che poi quell’ordine fosse rispettato». Ha una posizione articolata sulla questione dei cortei palestinesi, trova a dir poco di cattivo gusto scegliere una data vicina al 7 ottobre … (La Stampa)

Facciamo sempre la cosa più ovvia. Forse è per questo che non cambiamo mai, che ricorriamo alla vendetta come se fosse un anestetico e non un veleno. Mi ci ha fatto ragionare Amelia Fresia, la moglie di Bruno Gambarotta, insegnante cattolica torinese in pensione che ha avuto dodici familiari sterminati ad Auschwitz e una zia tornata per miracolo. (La Stampa)

Ringrazio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il capo della Polizia e tutti gli uomini e le donne che ogni giorno lavorano per garantire la nostra sicurezza”. È intollerabile che decine di agenti vengano feriti durante una manifestazione di piazza. (Agenzia askanews)