Durov rilasciato, cauzione di 5 milioni ma deve restare in Francia. Spunta la cena con Macron
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L’amministratore delegato Durov e il signor Pavel: aumentano i capi di imputazione e si infittisce il mistero sull’arresto del Ceo di Telegram a Parigi. Non solo complicità per i reati che agilmente si compiono sulla sua app di messaggistica, ma anche accuse di violenza sul figlio di sette anni. Ieri Pavel Durov ha lasciato in un’auto coi vetri scuri i locali dell’Ufficio nazionale francese antifrode a Issy les Moulinaux dove ha passato quattro giorni in stato di fermo. (ilmessaggero.it)
La notizia riportata su altri media
Quando pochi mesi fa Elon Musk decise di far pagare agli utenti di Twitter la cosiddetta spunta blu, il meccanismo necessario per avere un profilo verificato sul social, sottolineammo che questo avrebbe cambiato il mondo della rete e presto sarebbe stato seguito da altri gestori. (Italia Oggi)
Pavel Durov si è dichiarato innocente dei crimini commessi su Telegram, la sua creatura. Se delle vite umane sono in gioco, ha assicurato, Telegram risponde alle richieste della polizia via un canale di comunicazione ad hoc, in particolare con la Dgsi, la Direzione generale per la sicurezza interna. (ilmessaggero.it)
Tra questi nuovi imperatori digitali, due emergono come simbolo del contrasto profondo tra integrità e compromesso. Sono Pavel Durov, fondatore di VKontakte e Telegram, e Mark Zuckerberg, il volto di Facebook e Meta. (Il Fatto Quotidiano)
Nato a San Pietroburgo nel 1984, padre di due figli, ha una personalità magnetica. Alla fine Pavel Durov con cinque milioni di euro di cauzione è riuscito a garantirsi la libertà vigilata sul suolo francese, ma facciamo qualche passo indietro. (Rolling Stone Italia)
Il fondatore di Telegram Pavel Durov si sentiva intoccabile, e ha continuato a vedersi così anche dopo che il Tribunale parigino ha formulato tutta una serie di accuse riguardo l’app di messaggistica. (Open)
Il caso Pavel Durov può segnare un punto di non ritorno nei rapporti tra l'Europa e le grandi piattaforme online globali che hanno sede all'estero (Stati Uniti, Dubai, ecc) ma operano stabilmente e con successo nel mercato Ue. (L'HuffPost)