Telegram cambia: fornirà gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti alle autorità
Pavel Durov, fondatore di Telegram, era stato arrestato il 24 agosto in Francia con accuse legate alla pornografia infantile, al traffico di droga e al riciclaggio di denaro proveniente dai ricavi della piattaforma da lui creata. Rilasciato il 29 agosto, Durov è ora obbligato a presentarsi regolarmente presso una stazione di polizia ma sta comunque lavorando per cercare di ammorbidire la sua posizione, cambiando Telegram (e le sue policy) nella direzione richiesta dalla Francia e anche da centinaia di organizzazioni che in questi anni hanno cercavo, invano, di risalire all’identità diffida di chi gestiva o frequentava canali illeciti su Telegram. (DDay.it)
La notizia riportata su altre testate
Questa decisione segna una svolta significativa per una piattaforma che finora aveva fatto della riservatezza il suo punto di forza. Dopo l’arresto del CEO, l’app di messaggistica privata cambia rotta: Pavel Durov, fondatore di Telegram, ha annunciato un cambiamento epocale nella politica sulla privacy dell’app di messaggistica. (Tech Princess)
A me già quando viene usata la parola “autorità” mi fa girare le balle, perché se poi penso che i dati vengono forniti a gente tipo Striano, cioè l’uomo delle Guardia di Finanza, una autorità, che ha scaricato migliaia di dossier illegalmente, allora mi dico: ma per quale cavolo di motivo abbiamo ancora questo atteggiamento sussiegoso nei confronti di questi signori che sono dei nostri stipendiati? Le autorità decidono che Telegram deve fornire i dati dei possibili sospettati. (Nicola Porro)
Gli utenti di Telegram non si sentono più tutelati La recente decisione di Telegram di condividere dati degli utenti con gli enti governativi, in caso di “richieste legali valide”, sta suscitando infuocate discussioni su privacy e sicurezza. (Telefonino.net)
Un cambiamento epocale per la policy in Telegram, piattaforma che finora non aveva mai cooperato con le autorità giudiziarie per perseguire i crimini compiuti tramite l’app (di cui è emerso il lato oscuro con indagini per fake news e porno deepfake). (Key4biz.it)
Saranno infatti condivise informazioni come numero di telefono e indirizzo IP di un utente se richiesto dalle autorità. (Fanpage.it)
Si tratta, certamente, di una svolta per la piattaforma, che fino ad oggi ha sempre negato richieste di questo tipo, rendendo di fatto la chat blindata rispetto a qualsiasi sguardo esterno. Telegram non è più blindato come lo è stato dagli albori fino all’arresto a sopresa in Francia: il CEO della piattaforma, Pavel Durov, ha dichiarato che l’app di messaggistica inizierà a fornire gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti in risposta ad eventuali richieste da parte delle autorità. (macitynet.it)