Francesco Schiavone pentito: il bivio di Sandokan e i segreti che il capo dei Casalesi non rivelerà mai

Francesco Schiavone è stato un re spietato e calcolatore. E oggi che decide di “collaborare” con la giustizia italiana ammette così di non essere più un capo. Né del clan dei Casalesi, che ha governato per anni prima con Mario Iovine e poi in solitaria. Né della sua possibile riorganizzazione, visto che con questa mossa lui stesso taglia le gambe a chi potrebbe riprovarci. Ma, spiega oggi Roberto Saviano sul Corriere della Sera, Sandokan era davanti a un bivio. (Open)

Ne parlano anche altre fonti

Forse 26 anni di vita trascorsi al 41 bis alla fine sono diventati troppi anche per lui. O magari, disobbedendo alle radici da clan patriarcale, ha voluto seguire l’esempio di due dei sette figli (cinque maschi e due femmine), Nicola e Walter, che si sono pentiti da anni. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Schiavone è recluso al 41 bis «in una stanza singola e videosorvegliata» nel carcere dell’Aquila. Aumentate le misure di sicurezza ne confronti di Francesco Schiavone, 70 anni, detto Sandokan, l’ex capo dei casalesi divenuto collaboratore di giustizia dopo 26 anni di carcere. (napoli.corriere.it)

Quando fu il suo turno di essere ascoltato, nel maxiprocesso Spartacus, Francesco “ Sandokan” Schiavone tentò di sconfiggere il solido impianto accusatorio nei suoi confronti attaccando i collaboratori di giustizia. (La Repubblica)

Dalla predica al delirio, il passo è breve, ma quando c'è Roberto Saviano di mezzo, tutto è possibile. Nel giorno del pentimento di Francesco Schiavone, "Sandokan", boss dei Casalesi, lo scrittore si è scatenato sui social più di un Fedez quando annuncia l'acquisto di una Ferrari. (Secolo d'Italia)

Se le sue possibili rilevazioni saranno giudicate attendibili, infatti, non è da escludere un ulteriore trasferimento del boss in un’altra struttura carceraria, sicuramente con minori restrizioni rispetto a quelle con cui ha a che fare da ben 26 anni. (ilmessaggero.it)

È un fiume in piena Augusto Di Meo, il testimone oculare dell’omicidio di don Peppe Diana. Appena si è diffusa la notizia della collaborazione di Francesco Schiavone il suo telefono ha squillato a ripetizione. (La Repubblica)