Gori, il ricordo di Franco Ordine: “Ciao, Bobo di Tuono, l’altra faccia di Riva”

Le parole del giornalista sul Corriere dello Sport ricordano il grande campione rossoblù. Vediamo alcuni stralci del suo pensiero “Interista per nascita, cagliaritano per passione e affinità elettiva, juventino per professione. Sono le tre vite calcistiche, prematuramente spezzate ieri mattina all’alba in una camera della Multimedica di Sesto San Giovanni dov’era ricoverato da quindici giorni, di Sergio Gori da noi tutti chiamato soltanto Bobo…”. (Calcio Casteddu)

Se ne è parlato anche su altri media

Per sempre grati, ciao Bobo". Nel 1970 in coppia con Gigi Riva vinse lo scudetto con i sardi rimanendo nella storia del club per quell'impresa. (TernanaNews)

Simone Pafundi, storie di predestinati. Dopo due anni assieme le strade di Alberto e Simone si separano, ma i due si sentono ancora costantemente. “È un’emozione grande vedere a che livello è arrivato un giocatore che hai avuto per due anni nella tua squadra” (Calcio In Pillole)

Il soprannome glielo diede il calciatore dell’Inter anni 40 Giorgio Barsanti quando lo vide in culla - è stato un attaccante che per oltre un decennio ha frequentato (Calciomercato.com)

La mia, per quanto possa esser segnata da limiti comuni a tutti, riesce ad applicarsi nel migliore dei modi in una circostanza particolare: quando a Milano passando per Piazza Sant’Alessandro capita di fermarmi davanti all’insegna de “Alla Collina Pistoiese”. (DAZN)

La Juve dal suo sito ha pubblicato una lettera per ricordare Sergio “Bobo” Gori, morto all’età di 77 anni. LA LETTERA – «A 77 anni ci ha lasciato Sergio Gori. Due anni alla Juventus, a continuare un percorso di vittorie iniziate con l’Inter e proseguite con il Cagliari. (Juventus News 24)

Quando la felicità ti arriva addosso con la forza di un uragano, non hai nemmeno le energie per restare in piedi, ti senti frastornato, confuso, non capisci più niente. E, se fai il calciatore e sei stato tu ad aver appena segnato un gol decisivo, allora ti può capitare di sbagliare addirittura la posizione in campo, ti sistemi nella metà campo degli avversari e un compagno deve venire a prenderti e trascinarti dalla parte giusta. (La Gazzetta dello Sport)