Accordo politico sui diritti dei rider in Europa, ma in Italia il percorso è in salita

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Il Manifesto ESTERI

Non è finita, ma da ieri si è fatto un passo in avanti. In Europa c’è l’accordo su un disegno di legge tra i negoziatori del Parlamento e del Consiglio Europeo che smaschera il falso lavoro autonomo e riconosce l’attività subordinata svolta dai lavoratori digitali, a partire dai rider. E, per la prima volta da quando è nato il capitalismo di piattaforma, si potrebbe arrivare a regolare gli algoritmi, possibilità fino ad oggi negata dalle aziende ai sindacati. (Il Manifesto)

Ne parlano anche altri media

I Paesi Ue hanno bloccato l'accordo politico, raggiunto in via provvisoria il 13 dicembre, sulle nuove norme a tutela dei rider e dei lavoratori delle piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo. Lo riferisce la presidenza di turno della Spagna. (Tiscali Notizie)

Se vengono soddisfatti almeno due requisiti su cinque, i lavoratori delle piattaforme digitali (Uber, Deliveroo e simili) devono essere considerati dipendenti (non autonomi) e quindi ricevere tutti i diritti associati. (Punto Informatico)

Retribuzione prefissata, regole da rispettare, verifica dei risultati, organizzazione del lavoro con vincoli, limiti al lavoro prezzo terzi: se ricorrono almeno due di questi elementi, il rapporto di lavoro è subordinato, anche se gestito tramite piattaforma digitale (Gig Economy). (PMI.it)

I lavoratori della gig economy, rider delle consegne inclusi, in Europa presto avranno nuovi vantaggi e protezioni, facilitando loro l’ottenimento dello status di impiegato: attualmente sono attive nell’Unione Europea UE oltre 500 piattaforme di lavoro digitale che impiegano circa 28 milioni di lavoratori. (macitynet.it)

I governi conservatori e liberali guidati dal presidente francese Emmanuel Macron, con il governo italiano al traino, impediranno l’approvazione della Direttiva sulle piattaforme digitali promossa dalla Presidenza spagnola dell’Unione Europea. (Il Manifesto)

I paesi Ue hanno bloccato l’accordo politico, raggiunto in via provvisoria il 13 dicembre scorso, sulle nuove norme a tutela dei rider e dei lavoratori delle piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo. A quanto si apprende, Parigi guida un fronte nutrito di capitali che hanno espresso riserve sull’intesa. (Il Fatto Quotidiano)