I Moratti salutano Saras, ma non l'imprenditoria. Massimo torna nell'Inter? Ipotesi non del tutto esclusa

Dopo l'uscita di scena da Saras con la cessione al gruppo Vitol, la famiglia Moratti abbandona la storica presenza nel settore petrolifero ma ora guarda con maggiore attenzione ad altri ecosistemi del mondo dell'imprenditoria. Come riporta L’Economia de Il Corriere della Sera, i Moratti non erano più coinvolti nella gestione operativa del gruppo di Sarroch, e il declino dell’industria petrolifera, sempre più consolidata e globalizzata, rendeva inevitabile l’uscita delle imprese familiari: da qui la scalata di Vitol, che nel giugno scorso ha acquisito il 40% di Saras per oltre 600 milioni di euro e ha lanciato un’offerta pubblica d’acquisto sull’intero capitale del gruppo, per un totale di 830 milioni. (Fcinternews.it)

Su altri media

Saras (LA STAMPA Finanza)

Figli e nipoti Moratti hanno già diversificato investimenti e progetti: start-up innovative, gestione del risparmio, intelligenza artificiale, moda e vini. Si aprono nuovi capitoli, mentre si chiude un'altra epopea industriale italiana. (TGR Lombardia)

Moratti vende Saras e cambia settore, ma può tornare nel calcio. Sogna l'Inter (L'Interista)

Comincerebbe nell’Ottocento con il campo agricolo nel bergamasco del capostipite Angelo, padre di 21 figli: 14 maschi, tutti laureati, 7 donne, tutte suore. Proseguirebbe con i campi petroliferi di un altro Angelo, nipote del patriarca, che, partito a 14 anni come piazzista per un’azienda elvetica di lubrificanti, ebbe nel secondo dopoguerra l’intuizione di raffinare il greggio nel Mediterraneo, prima in Sicilia con la Rasiom e poi, nel 1962, in Sardegna con la Saras. (Corriere della Sera)

Con la finalizzazione della cessione della Saras, la famiglia Moratti è uscita dal settore petrolifero che ha da sempre caratterizzato la sua storia. Ma di sicuro non ha posto fine ala voglia di essere protagonisti nel mondo dell’imprenditoria. (Calcio e Finanza)

Equita: aderire Si chiude oggi, 30 agosto 2024, il periodo di adesione all’offerta pubblica di acquisto promossa dal gigante olandese dell’industria petrolifera a 1,6 euro per azione. (Milano Finanza)