Monte Napoleone, lusso da record. Ora è la via più costosa del mondo
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Montenapo in cima al mondo. E chissà se c'è di che esserne orgogliosi. La strada del centro di Milano cuore del quadrilatero della moda è la più costosa al mondo. Lo sostiene lo studio «Main Streets Across the World» realizzato da Cushman&Wakefield, che mette in fila le arterie del lusso mondiale da un punto di vista del valore immobiliare retail e che nella sua 34esima edizione vede trionfare per la prima volta una strada milanese, una strada italiana, una strada europea (il Giornale)
Ne parlano anche altre testate
Milano: Monte Napoleone è la via del lusso più costosa al mondo (La Stampa)
Monte Napoleone a Milano è la via dello shopping più costosa al mondo. Quando si parla di canoni di affitto neppure la celeberrima 5th Avenue di New York è infatti tanto salata: griffe e maison internazionali devono sborsare 20mila euro al metro quadro per conquistarsi una vetrina che si affacci sul baricentro del “Quadrilatero della moda” milanese. (Nicola Porro)
Via Montenapoleone scalza la Fifth Avenue e diventa per la prima volta la via commerciale più costosa al mondo. Lo certifica il report 'Main streets across the world': realizzato dal gruppo immobiliare Cushman & Wakefield, che monitora 138 location retail urbane del lusso. (R101)
A issare la via della moda milanese sul gradino più alto del podio, da cui viene scalzata la Upper 5th Avenue a New York, è il 34esimo report Main Streets Across the World, realizzato dal gruppo immobiliare Cushman & Wakefield, che monitora 138 location retail urbane nel mondo, prevalentemente del lusso, sulla base del valore dei canoni prime. (Donna Moderna)
Via Montenapoleone e New York Montenapo scalza la storica Upper 5th Avenue di New York, che scende in seconda posizione, diventando così la prima via europea a dominare questa prestigiosa classifica globale. (Mitomorrow)
In un’intervista al Corriere della sera Guglielmo Miani, presidente di MonteNapoIeone District, ha dichiarato che «i clienti vogliono arrivare in automobile: quindi deve restare una via aperta al traffico, non è un museo. (Corriere Milano)