Auto elettriche, dazi alla Cina. E in Ue prime chiusure per le fabbriche green: dopo Volkswagen anche Audi. Soffre Ford

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ilmessaggero.it ECONOMIA

Il settore automotive in panne nella riconversione all’elettrico getta un’ombra pesante sulla ripresa dell’industria europea (e offusca le previsioni di crescita di quella americana) proprio mentre la Commissione Ue tira dritto e individua in Pechino un co-responsabile del malessere generale, facendo scattare in via definitiva i nuovi dazi fino al 35,3% per colpire le vetture a batteria a basso costo “made in China”. (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altre fonti

Pechino "non è d'accordo o non accetta" i nuovi dazi Ue sulle e - car made in China a chiusura delle indagini antisovvenzioni che hanno rimarcato criticità a carico delle case... (Virgilio)

La Commissione Europea ha deciso di adottare una linea severa nei confronti delle auto elettriche importate dalla Cina, introducendo dazi significativi che entreranno in vigore a partire dal 31 ottobre 2024. (Giornale La Voce)

I nuovi dazi entreranno in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue.Le aliquote dei dazi, aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti, sono calibrate individualmente su ciascun produttore cinese che esporta verso l’Ue, in modo da compensare l’effetto delle sovvenzioni ricevute da quelle imprese, che danneggiano l’equa concorrenza con i produttori europei, come ha concluso l’indagine condotta dalla Commissione sulla filiera dei veicoli elettrici a batteria in Cina (Agenzia askanews)

Le tariffe aggiuntive vanno dal 7,8 a 35,3 per cento. La Commissione europea ha approvato in via definitiva i dazi sulle importazioni di auto dalla Cina. (Vaielettrico.it)

Geely: 18,8% Le altre società che hanno collaborato con l’indagine avviata il 4 ottobre 2023 saranno soggette a dazi del 20,7 per cento. (Contropiano)

«La Cina non è d'accordo o non accetta la decisione e ha presentato un reclamo ai sensi del meccanismo di risoluzione delle controversie del Wto», l'Organizzazione mondiale del commercio, ha indicato oggi un portavoce del ministero del commercio citato in un comunicato. (Corriere del Ticino)