Cosa dice la lettera di Mark Zuckerberg sui fact-checkers e la rimozione dei contenuti su Meta

Una lettera di Mark Zuckerberg alla Commissione giustizia della Camera ha rivelato le pressioni subite da Meta da parte dell’amministrazione Biden e dell’FBI riguardo ai contenuti presenti sulla piattaforma. Nel documento, il fondatore di Facebook (oggi Meta) menziona anche il lavoro dei fact-checkers, scatenando alcune reazioni a causa di errate interpretazioni del suo contenuto. Sui social, così come su alcuni siti considerati inaffidabili da NewsGuard per aver diffuso più volte fake news, circola una versione distorta dei fatti riportati nella lettera di Mark Zuckerberg, nella quale si sostiene che i fact-checkers avrebbero agito sotto gli ordini del governo americano o dell’FBI, rimuovendo contenuti indicati dalle piattaforme di Meta (Facebook e Instagram). (Open)

Ne parlano anche altri media

Mark Zuckerberg si è detto “rammaricato” per aver assecondato le richieste di censura della Casa Bianca sul Covid. Zuckerberg ha fatto riferimento a vere e proprie pressioni subite affinché, in piena pandemia di coronavirus, “censurasse alcuni contenuti relativi al Covid-19” condivisi su Facebook e Instagram (L'Opinione delle Libertà)

La Casa Bianca non ha smentito questo anzi ha dichiarato di ‘averlo fatto per il bene della Nazione, erano azioni responsabili per proteggere la salute e la sicurezza pubblica’. (Radio Radio)

E ha aperto un ampio (Inside Over)

Adesso che c'è la confessione ufficiale di Mark Zuckerberg, possiamo dirlo: esisteva ed esiste una sorta di internazionale social(ista). (il Giornale)

La notizia c’è, anche se avrete faticato a trovarla ieri sui giornali e nelle rassegne stampa ufficiali. E Atlantico è stato uno dei pochi a riportarlo puntualmente. (Nicola Porro)

Queste pressioni si sarebbero intensificate soprattutto durante i momenti critici della pandemia, quando la preoccupazione per la disinformazione era ai massimi livelli. (Radio Radio)