Gerry Scotti e il ricordo di Berlusconi: «Quella volta che mi ha paragonato a un ragioniere brianzolo»

Gerry Scotti ospite a «Che tempo che fa» per presentare il suo libro intitolato «Quella volta», ha raccontato la storia del suo primo incontro con Silvio Berlusconi, ai tempi di Dj Television: «Eravamo a Milano Due, in un corridoio di un palazzo della radio, io ero con Cecchetto e Berlusconi gli chiese “Claudio ma è quello lì? Se me lo dicevi chiamavo il mio ragioniere della Brianza” ma scherzava. Qualche anno dopo al funerale di Raimondo Vianello, Berlusconi mi chiamò e mi disse che in ogni posto in cui si trovava per lavoro, se sentiva la mia voce, si sentiva a casa. (Corriere TV)

Ne parlano anche altre fonti

Gerry Scotti sarà ospite a Che tempo che fa stasera in tv, domenica 1 dicembre, alle 19,30 su NOVE e su Discovery+ in streaming. Il conduttore più amato dagli italiani si racconterà al pubblico, insieme ad altri ospiti d'eccezione come il cantante Jovanotti. (leggo.it)

Contenuti in streaming su discovery+ (www.discoveryplus.it) Poi, il toccante ricordo di Raimondo Vianello: «Ovunque io sia, quando accendo la tv se c'è la tua faccia io mi sento a casa». (ilmessaggero.it)

Il 4 dicembre alle ore 19 al Parco Impastato di Lamezia Terme verrà trasmesso dall’ associazione Il Vizio di Vivere e non solo, il film pluripremiato di Paola Cortellesi “C’è Ancora Domani”. (Corriere di Lamezia)

La guerra, il manicomio e la fuga raccontati con sapiente ironia in “Una compagnia di pazzi” di e con Antonio Grosso  

Gerry, poi, ha fatto divertire tutto il pubblico - compreso Fazio - raccontando alcuni episodi divertenti che gli sono capitati. (ilgazzettino.it)

"La coppia che non ti aspetti". Commentano così la presenza di Gerry Scotti nello studio di Che Tempo Che Fa sul Nove. Il conduttore Mediaset è infatti ospite di Fabio Fazio. Dopo aver omaggiato la carriera del volto televisivo di Canale 5, si passa all'intervista. (Liberoquotidiano.it)

Una messa in scena, quella proposta dall’artista – che di questa pièce è autore, regista e attore – che, intrecciando la semplicità dei gesti e della narrazione con l’ingarbugliato e tremendo “mondo di fuori”, arricchendolo con momenti di intelligente e mai forzata comicità, ha offerto una rappresentazione al contempo realistica e metaforica, sospesa tra la realtà e l’immaginazione, di un manicomio quasi dismesso dell’epoca fascista, abitato, sul finire della II Guerra Mondiale, da tre degenti, due infermieri ed il direttore. (Corriere di Lamezia)